
Cantine vuote. Sono tornati. David Rossi e Dario Bersani potete non solo sentirli sui 92.7 di Teleradiostereo dalle 10 alle 14 ma anche leggerli: prosegue infatti la nostra rubrica
BERSANI: Non so chi ieri abbia avuto la presunzione di fare la gara a Bergamo. Con un tasso tecnico non elevato, con una fisicità quasi nulla, non si può fare una partita decente contro una Atalanta così aggressiva. Vogliamo dirla tutta? Non giriamoci intorno: con 9 sconfitte, di cui 7 in trasferta (su 12), si deve parlare di fallimento.
Sulla vicenda De Rossi
R: De Rossi non è un giocatore normale. Oggi ha parlato da capitano, da leader, da chi tiene tantissimo allo spgliatoio. Ha un carisma unico, lui sposta il gradimento nei confronti dell'allenatore. E' una questione di fiducia: De Rossi non si è presentato, ha commesso fondamentalmente un errore, per i più disparati motivi. Sull'entità della sanzione noi non possiamo sindacare: non è questione di giusto o sbagliato, esiste solo il fidarsi o il non fidarsi dell'operato. Le questioni di principio sono gestite così: è più importante il rispetto della regola del pericolo di perdere o comunque non far bene a Bergamo.
Questa storia mi dice che dalla vicenda Osvaldo non abbiamo imparato niente, siamo di nuovo al punto di partenza. Fino ad oggi una condotta sostanzalmente sbagliata: 7 gol e 5 espulsi dopo i casi Osvaldo e De Rossi.
B: Le parole di De Rossi dal ritiro della Nazionale sono fondamentali, per la Roma era difficile affrontare questa settimana per il derby. Daniele ha usato il buon senso che andava usato ieri nella gestione del caso, un atto di grande maturità. Ora la società deve fare quadrato intorno a Luis Enrique, non lasciarlo solo. Rimane per me un'assurdità privare la squadra del suo giocatore più forte: non siamo l'asilo Montessori, il giocatore non può essere esempio per nessuno, se non per se stesso.
La condizione della Roma
R: Serve una rifondazione nella rosa, a questo punto: De Rossi sarà assente in altre partite, non voglio pensare che ogni volta che mancherà dovremo prendere 4 gol. Capisco l'importanza del giocatore, ma non possiamo rendere un giocatore imprescidibile, non è un atteggiamento da grande squadra. Una provocazione per il derby: da qui in poi voglio sempre titolari Josè Angel e Kjaer.
B: A me preoccupa la facilità disarmante con cui chiunque riesce a segnarci. Non serve la grande squadra, riesce a metterci in difficoltà qualunque provinciale organizzata. Ma può essere mai concepibile che in una partita così importante la Roma conceda 3 occasioni nitide nei primi 10 minuti di gioco? Ma come si può ambire a posizioni di classifica differenti da questa?
Su Baldini
R: Prima, con i Sensi, c'era un oggettivo problema di comunicazione. I casi di Chivu, Mancini, Aquilani... Prima non si comunicava, c'era un distacco per diversi problemi. Ora invece sembra esserci un distacco per eccesso di fenomenismo: non rende partecipe il pubblico.
B: Parla da politico, è una figura centrale ma si distacca dalla tifoseria in questo modo. Non c'è niente di più lontano dal popolo della politica stessa. Poi si potrebbe non condividere la linea che prevede di non parlare degli arbitri: ma nell'Italia di Romagnoli, di Milan e Juventus, paga questo atteggiamento della Roma?