Come ricorda Agostino?
Mi ricordo di Agostino con grande affetto. Eravamo grandi amici e in più era il mio compagno di camera quando eravamo in ritiro. E stato un grande capitano, una grande persona e un grande calciatore. Io quando sono venuto a Roma giocavo al suo posto e lui venne spostato indietro come libero, un ruolo dove fece un anno meraviglioso segnando anche parecchi gol. A quei tempi come oggi, mi sembrava giusto vincere per un capitano come lui.
Giudizio sulliniziativa?
E una bellissima iniziativa. Lui fin da bambino ha sempre giocato nella Roma e mi sembra giusto che gli sia intitolato un campo. Per lui sarebbe stato un grande onore.
Giudizio sulla nuova Roma?
Questanno la Roma ha cambiato tanto: la dirigenza, la proprietà e molti giocatori, perciò anche se sono al 5 posto mi sembra un buon piazzamento. In questo momento non sono una squadra perfetta, ma vedo vedo un gran futuro per questa squadra.
Alcuni accostano Luis Enrique a Liedholm.
E difficile dirlo, perché Roma non è una piazza molto facile per un allenatore. Lui ha cominciato bene e se resta un altro anno può diventare davvero un bravo allenatore.
(gazzettagiallorossa.it)
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Aldo Maldera, ex giocatore della Roma dello scudetto dell'83, è intervenuto in diretta ad A Tutto Campo, per parlare dell'inaugurazione del campo Agostino Di Bartolomei a Trigoria.
Che effetto ti fa questo evento?
Penso sia stata una bella festa e mi sono emozionato molto. Agostino lo meritava, ho avuto modo di conscerlo bene e se l'è meritato.
Agostino ha rappresentato ciò che significa essere capitano?
Sì, Agostino era eccezionale, un grande giocatore che ne capiva di calcio. Un capitano da prendere come esempio, non l'ho mai visto saltare un allenamento.
Pensi che sia stata apprezzato meno rispetto al suo grande valore?
E' vero che parlava poco ma sapeva dire delle cose giuste; io all'epoca avevo 30 anni ma lui è sempre stato molto disponibile con me che arrivavo da un mondo diverso come quello di Milano. Il capitano qua a Roma è un punto di riferimento.
Tancredi ha detto che rivede qualcosa di Agostino in De Rossi.
Ho allenato De Rossi nella Primavera e ho giocato con Agostino, devo dire che sono un po' diversi. Per il calcio di adesso De Rossi è più completo, è uno dei migliori centrocampisti al mondo. Agostino invece aveva, forse, maggior classe e un gran bel tiro.
Che idea ti stai facendo della nuova Roma?
Vedo che la squadra ha cambiato gioco e ho sentito parlare bene di Luis Enrique un po' da tutti. Mi sembra che nelle ultime partite la Roma sia stata più equilibrata, non scordiamoci poi che ci sono grandissimi giocatori.
(radio ies)
L'ex attaccante della Roma, Ruggiero Rizzitelli, ha parlato della cerimonia di oggi.
Ruggiero, quali ricordi hai legati ad Agostino Di Bartolomei?
Quando arrivò a Cesena ero giovanissimo, un esordiente. Per me Dibba era un idolo: fino a qualche giorno prima giocavo con la sua figurina, poi improvvisamente mi correva accanto. Con me fu subito protettivo: mi prendeva da parte, mi chiudeva in camera per ore e mi dava dei consigli. Mi spiegava quali movimenti fare, come attaccare gli spazi e arrivare più facilmente al tiro a rete.
Ti parlò mai della Roma?
Certo. Era assolutamente innamorato del club e della squadra. Quando cominciarono le trattative con il Cesena per il mio passaggio in giallorosso, mi parlò della piazza e dei tifosi. Li descriveva come si potrebbe fare con una famiglia. Fu molto importante anche quando ho scelto di trasferirmi a Roma.
Comera il Di Bartolomei uomo?
Con i giornalisti era riservato, al limite dellantipatia, ma negli spogliatoi si faceva sentire, eccome. Quando prendeva la parola, tutti lo ascoltavano. E spesso prendeva le nostre parti con la società. Non faceva sconti a nessuno e questo suo lato del carattere immagino lo abbia penalizzato anche al momento di rientrare nel mondo del calcio.
Qual era la frase che ti ripeteva di più?
(Ride) Ruggiero, tu corri più veloce che puoi. A farti trovare la palla ci penso io.
Avresti mai immaginato, che potesse addirittura arrivare a togliersi la vita?
No. Rimasi sconvolto. Non ci credevo. Fu uno shock: non mi sarei mai aspettato che una persona così forte e testarda potesse scegliere un gesto tanto eclatante per andarsene.
(centro suono sport)