Almeno duecento partite sospette, compresi i preliminari di Champions League ed Europa League, un giro vorticoso di decine di milioni di euro, diversi campionati di paesi europei presi di mira: più va avanti, più l'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona porta alla luce una realtà che giorno dopo giorno mina alle radici la credibilità del mondo del pallone.
Indagando per mesi sull'organizzazione internazionale che gestiva la manipolazione delle partite, anche in Italia, con la complicità di giocatori corrotti, gli investigatori italiani sono entrati in contatto con le polizie di mezza Europa e hanno avuto accesso agli atti delle indagini che i rispettivi paesi hanno condotto sul fenomeno delle scommesse clandestine. Quello che emerge da questi contatti - contenuti negli atti allegati all'ordinanza di custodia cautelare del gip Salvini - è un quadro allarmante dove soprattutto i campionati minori sono terra di conquista per organizzazioni come quella capeggiata dal Singaporiano Eng Tan Seet e di cui facevano parte a pieno titolo, secondo la procura di Cremona, anche calciatori ed ex calciatori tra cui Signori, Doni, Sartor, Gervasoni. L'esempio più eclatante di questa teoria è l'inchiesta della procura della città tedesca di Bochum che ha portato a diversi arresti ed alla scoperta di una rete turco-croata, collegata a quella di Seet, in cui compare anche Almir Gegic, l'ex giocatore del Chiasso sulla cui testa pende un mandato d'arresto della procura di Cremona che lo ritiene figura di spicco del gruppo degli 'zingarì.
Dopo la prima fase dell'inchiesta 'Last Bet', le autorità tedesche hanno contattato i colleghi italiani, per condividere le informazioni. Secondo quell'indagine l'organizzazione avrebbe manipolato o tentato di manipolare almeno 200 incontri dei campionati minori - equivalente ai nostri di Lega Pro e Primavera - di Germania, Ungheria, Bosnia, Slovenia, Croazia, Svizzera, Francia e ovviamente Italia. Ed anche alcune partite dei preliminari di Champions League e di Europa League. Il pentito tedesco Marjio Cvrtak non lo dice chiaramente, ma cita ad esempio le partite dell'ex Coppa Uefa Dinamo Zagabria-Nk Domzale e Galatasaray-Bellinzona. Anche la «fonte confidenziale» della squadra mobile di Bologna che ha parlato di partite truccate anche in A da giocatori, società e arbitri, ha raccontato dell' «esistenza di un organizzazione criminale strutturata di slavi molto potente n grado di alterare competizioni anche ai pi alti livelli compresa l'Europa e la Champions League, particolarmente attiva in Francia e Germania». Le autorità tedesche hanno passato le informazioni ai colleghi italiani dopo i primi arresti. Nell'inchiesta cremonese, infatti, compare Almir Gegic, figura centrale anche in quella della procura di Bochum. Dello 'zingarò parla anche l'altro pentito, Wilson Raj Perumal, arrestato e condannato in Finlandia. «So che ha buoni contatti con Tan Seet Eng - dice agli inquirenti italiani quando lo sentono - ha giocato in Svizzera a Chiasso nel 2008 e 2009 quando il singaporiano Eswaramoorthy Pillai possedeva una parte della società
. Eng e Pillai manipolarono varie partite del Chiasso a quell'epoca. Pillai aveva un buon ascendente sulla squadra ed era capace di manipolare facilmente i risultati delle partite. Eng si occupava delle scommesse rispettive. A mio parere, Pillai era il primo manipolatore venuto in Europa...Tan Seet Eng ha detto che Gegic aveva buoni contatti in Italia e a San Marino. Sono sicuro che Eng è riuscito ad avere un contatto diretto con Gegic e lui sia servito a Eng per prendere contatto con diverse persone in Italia»
Intanto prosegue il lavoro degli investigatori. Interrogatorio di garanzia oggi per Luigi Sartor, che davanti al gip Guido Salvini, su ordine del quale è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta cremonese, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Antonino Tuccari, ha spiegato che la scelta di non rispondere è motivata dal fatto che Sartor non ha potuto incontrare in precedenza l'avvocato stesso, come disposto dal giudice: «Si tratta di una violazione che sarà fatta valere nelle sedi opportune, ovvero davanti al Tribunale del Riesame»
Invece confessa e racconta molte altre partite truccate Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza arrestato lunedì scorso. Nell'interrogatorio Gervasoni ha fatto i nomi delle squadre coinvolte nelle partite ancora sconosciute alla magistratura: Albinoleffe, Piacenza, Mantova e Cremonese in serie B e Lega Pro, sostanzialmente tutte le squadre in cui ha militato. La sua seconda attività di 'piazzistà di partite sembra nascere nell'Albinoleffe, da cui proviene buona parte dei calciatori coinvolti nell'indagine: da Filippo Carobbio a Paolo Acerbis. Ed è la seconda squadra orobica che sembra essere l'epicentro della grande truffa, perchè Gervasoni ha raccontato di aver cominciato proprio da lì. E non è un caso se il gip Salvini scrive nell'ordinanza di custodia cautelare che va verificato se il capo della rete di scommettitori di Singapore, Eng See Tan, detto Dan, come raccontato da un indagato, abbia assunto «il controllo finanziario, seppure in modo occulto, dell'intera società calcistica Albinoleffe». Tra gli altri dettagli emersi nell'interrogatorio, ci sarebbe il fatto che i giocatori corrotti arrivavano a vendere le partite anche a una diversa cordata rispetto a quella oggetto nell'inchiesta cremonese. Gervasoni avrebbe fatto i nomi di 20-25 giocatori che sarebbero rientrati nel giro delle combine e che, presumibilmente, saranno destinati ad allungare il già ben nutrito registro degli indagati. Durante l'interrogatorio, il calciatore è apparso tranquillo, nonostante una brutta notizia riguardante i suoi legali: in mattinata una telefonata con delle minacce di morte era giunta allo studio di uno dei difensori, Filippo Andreussi. E l'altro suo legale, Guido Alleva, ha spiegato che la telefonata conteneva esplicite minacce di morte perchè il collega assiste Gervasoni che l'anonimo telefonista ha indicato come responsabile delle sconfitte della compagine lombarda. È quindi stata fatta una denuncia ai carabinieri.
Domani, invece, toccherà al capitano dell'Atalanta Cristiano Doni. Non si sa se Doni intende rispondere o fare scena muta come Sartor. Oggi, in carcere, ha ricevuto la visita del parlamentare Giacomo Stucchi e dell'assessore regionale lombardo Daniele Belotti, entrambi leghisti. «È molto provato dal punto di vista psicologico ed emotivo, non dorme da tre giorni ed è come se si trovasse sotto a un treno». Doni «è preoccupato per la famiglia e soprattutto per la figlia. Inoltre è consapevole di quanto l'Atalanta sia importante per Bergamo e per i bergamaschi e sa benissimo quanto sia delicata la questione». Il capitano dell'Atalanta ha raccontato «che non ha mai cercato di scappare - ha detto Stucchi - Erano le 6 del mattino, stava dormendo e pensava che fossero dei ladri. Ci ha riferito che anche i poliziotti che sono andati ad arrestarlo lo hanno trattato bene»
(ansa)