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Delio Rossi: "Il presente è Lazio, il futuro è Roma"

10/10/2011 alle 09:02.

CORSPORT (A. MAGLIE) - Per i suoi colleghi, soprattutto per quelli che non riescono a far « volare » la propria squadra, è una specie di mina vagante. Delio Rossi è l’ultimo grande allenatore senza panchina, dopo la sistemazione di Claudio Ranieri



Lui, l’ex tecnico di Lazio e Palermo, non sembra ossessionato dalla mancanza di una panchina. Aspetta con pazienza, anche un’offerta dall’estero perché l’idea di cambiare aria, di sperimentare un altro calcio sembra far parte del suo orizzonte professionale. Per ora osserva, guarda, si aggiorna cercando di capire quel che di nuovo offrono i suoi colleghi. Nasce così questa chiacchierata sul campionato, su quel che è avvenuto e su quel che potrà avvenire. A cominciare dal derby di Roma.

Signor Delio Rossi, nell’inedito e, proba­bilmente, temporaneo ruolo di spetta­tore, che idea si è fatto del campionato che riaprirà i battenti il prossimo fine settima­na?

«Sono ancora tutte lì, tutte raccolte in un fazzoletto di punti. Il torneo non è ancora entrato nel vivo. Alcune squadre, poi, mi hanno dato l’impressione di essere lontane dalla condizione migliore».

A cosa bisogna attribuire questi ritardi di condizione? Anche al fatto che il campio­nato è cominciato un po’ a singhiozzo con la prima che non si è celebrata per via del­lo sciopero?

«Sinceramente non saprei dire perché tan­te squadre ancora non sono al massimo. Una cosa è certa: vedo troppe squadre lun­ghe, larghe». (...)

Parliamo un po’ del derby: si dice che Re­ja avverta molto il fatto di averli persi tut­ti. Pensa che le cose stiano veramente co­sì?

«Vivendo a Roma so che è così. Immagino che Reja avverta psicologicamente questa situazione. Ma credo che non debba farne una malattia perché se ne fa una malattia parte già condizionato».

Delio Rossi nel 2007 alla guida della Lazio ha chiuso il campionato al terzo posto Che derby sarà?

«Non credo che sarà una partita tattica. So­no convinto che le due squadre giocheran­no per superarsi: siamo solo all’inizio del­la stagione, i distacchi sono contenuti, non ci sono pressanti esigenze di classifica. Mi aspetto una partita aperta».

Rispetto a questa partita, chi è più avanti?

«La Lazio è più avanti, più collaudata: ha confermato l’allenatore e sono stati fatti gli innesti che Reja ha chiesto. Il futuro, però, è della Roma».

Perché è più giovane?

«Sì. Sintentizzando si potrebbe dire: la La­zio è la squadra del presente, la Roma quella di domani».

Che impressione le ha fatto il calcio spa­gnoleggiante di Luis Enrique?

«La Roma l’ho vista spesso. All’inizio gio­cava in un modo, adesso mi sembra che giochi in una maniera un po’ diversa. In­somma, Luis Enrique si è italianizzato e si tratta di una scelta intelligente nata, proba­bilmente, dal confronto con i calciatori. E dal confronto è venuto fuori un connubio molto interessante».