Zeman: "Totti non è mai un problema. È una risorsa. Spero che il calcio sia uscito dalle farmacie, ma non ne sono convinto. Dopo Calciopoli non si è verificata alcuna rivoluzione"

08/09/2011 alle 15:15.

Se la situazione è caotica, lui non ha colpe. Sono arrivati dirigenti e giocatori nuovi, c'è stato un passaggio di consegne. Totti non è mai un problema. È una risorsa». Zdenek Zemam, si esprime così su un suo ex giocatore Francesco Totti, in una intervista all'Espresso in edicola domani. A Bratislava, in Europa League, Totti è rimasto a guardare per un'ora e dieci.

«Può succedere di rimanere fuori ma anche di interrogarsi su quante altre volte accadrà. Il calcio devono recitarlo quelli in grado di stare sul palco. E è ancora un grandissimo attore. Se poi deve stare fuori per logiche economiche, mi arrendo. Esulano dallo sport, non mi riguardano». L'ex tecnico della Roma parla anche del progetto DiBenedetto. «È necessario aspettare. Nascere è facile, difficile è sopravvivere. Di luccichii e programmi roboanti ne ho visti brillare tanti. L'anno scorso, a Salerno, si presentò un bizzarro americano». Joseph Cala. Promise esborsi per 40 milioni. «Rimase undici giorni. 'Tu sei il , tu ti occupi dei conti, tu al marketing economicò. Poi si è imbarcato sul primo aereo per New York».

L'allenatore del si esprime anche su Lotito e la Salernitana. «Lotito garante della rinascita della fu Salernitana. »Non lo so. Non condivido gran parte delle cose che fa. Per come si presenta e non solo. Se ci lavorerei? Se mi lasciano fare quel che mi aspetto, posso lavorare con chiunque«. Anche con i campioni. Dicono che lo Zeman in lotta per lo scudetto non amasse le stelle. »È falso. Chieda ai miei giocatori. Aldair, , Cafu e Signori. Erano campioni, se qualcun altro si reputa tale ed è solo un mezzo giocatore, sfortunatamente, dobbiamo cambiare argomento«.

(Adnkronos) 

Il calcio italiano non sembra essere ancora uscito dalle farmacie, nulla è cambiato dopo Calciopoli, ma quel che preoccupa di più Zdenek Zeman è che lo sport più popolare «ha perso le sue radici, non ride, non stupisce, tiene lontana l'emozione». Tredici anni dopo la clamorosa intervista in cui accusò il calcio italiano e soprattutto la di doping, il tecnico boemo parla di nuovo all'Espresso con toni meno perentori, ma comunque amari. «Spero che il calcio sia uscito dalle farmacie, ma non ne sono convinto - dice, secondo l'anticipazione del settimanale in edicola domani - Se si trovano dopati in altri sport, non fatico a credere che qualcuno cerchi rimedi artificiali. Nell'ambiente c'è troppa gente che non c'entra niente». Zeman ribadisce che «dopo Calciopoli non si è verificata alcuna rivoluzione», racconta di aver ricevuto offerte in passato da Real e ma di averle rifiutate, e aggiunge: «Gli estimatori dicono che la Figc avrebbe dovuto offrirmi la nazionale? Avrebbe, ma non è mai successo».

Secondo Zeman il dopo Calciopoli è stata un'occasione mancata. «Non si è verificata nessuna rivoluzione. Non è cambiato nulla semplicemente perchè le infezioni si debellano diversamente. Quelli che hanno sbagliato sono rimasti, salvo rarissime eccezioni, al loro posto. Quindi? Il sistema è malato». Il boemo parla anche di Signori, il ragazzo per il cui acquisto propose a Casillo la vendita di un mulino, è stato radiato. «Mi è dispiaciuto tantissimo». Secondo l'accusa, Signori scommetteva al pari di Marco Paoloni, il del Benevento, compagno di girone del suo Foggia. Gli arbitri, l'anno scorso, vi hanno preso di punta. «I campionati di C andrebbero riformati. Ci sono realtà che devono vincere per forza. Ma per forza non si può vincere niente. Quando sei obbligato, puoi barare. La terza serie è terra di conquista? Purtroppo sì. Lo sanno tutti. Da anni. Non interviene nessuno».

(ansa)