Cantine vuote. Sono tornati. David Rossi e Dario Bersani, fanno ritorno nell'etere romano: dal 22 agosto, dalle 10 alle 14, potete sentirli sui 92.7 di Teleradiostereo. Riparte da oggi anche la nostra rubrica: "Svuoto Cantine". LAROMA24.IT raccoglie per voi le opinioni, le considerazioni e le perle dei conduttori radiofonici più seguiti nella Capitale
Cantine vuote. Sono tornati. David Rossi e Dario Bersani, fanno ritorno nell'etere romano: dal 22 agosto, dalle 10 alle 14, potete sentirli sui 92.7 di Teleradiostereo. Riparte da oggi anche la nostra rubrica: "Svuoto Cantine". LAROMA24.IT raccoglie per voi le opinioni, le considerazioni e le perle dei conduttori radiofonici più seguiti nella Capitale riprese da 'Futbol', appuntamento fisso del giovedì di Teleroma56.
Nuova Roma, tra progetti, polemiche e sostituzioni. Impressioni?
ROSSI:
Questo gruppo rischiava di non nascere proprio. La dirigenza ha preso dei rischi: allenatore nuovo, direttore sportivo nuovo, mentalità nuova. Le polemiche di questi giorni, le frizioni Totti-Baldini-Sabatini-Luis Enrique sono frutto di una situazione creata ad arte per rendere ardua la nascita e la crescita del progetto giallorosso. I diretti interessati sono i meno colpevoli. Le parole poi del Capitano hanno ridato fiducia a tutto l'ambiente.
BERSANI: Questo è un gruppo stravolto: durante gli allenamenti ci sono giovani, giovanissimi, vecchia guardia, nuova guardia, 30 giocatori e tante lingue parlate. Mi è piaciuto molto l'applauso che si sono fatti i giocatori durante l'allenamento, è stato un bel gesto.
Su Luis Enrique
R: L'errore con lo Slovan è stato grave, da tutti i punti di vista: non solo sostituisci Totti, ma togli alla squadra anche l'ultima speranza di passare il turno. In quel momento 50.000 persone dentro uno stadio, con quei fischi, hanno dimostrato di capire di calcio più di Luis Enrique. Poi però si è accorto di aver fatto la "cazzata", sicuramente gli è servita la lezione.
B: Mi preoccupa il fondamentalismo: gli ecumenisti nel calcio non hanno sempre pagato, bisogna essere aperti, confrontarsi. Anche Capello, che pure qualcosa aveva vinto, ha riconosciuto la necessità del compromesso ad un certo punto della sua carriera. Luis Enrique non ha vinto niente, è all'esordio in una grande piazza e deve trovare il giusto equilibrio. E' inammissibile che un allenatore alla prima esperienza non abbia la capacità di mediare. In questa città poi non abbiamo vie di mezzo: prima il tecnico spagnolo era un fenomeno ora è un imbecille. D'accordo, ha fatto una cazzata a levare Totti, i motivi li abbiamo detti, però ci vuole un equilibrio nei giudizi.
Domenica c'è il Cagliari: chi scenderà in campo?
R: I giovani, gioco forza, saranno da subito inseriti nella formazione titolare: sono tanti e non sono stati presi per rinforzare la Primavera, bensì la prima squadra. Pjanic, ad esempio, a 19 anni ha fatto gol al Santiago Bernabeu. Non credo che Cassetti sarà schierato centrale: non lo puoi schierare avendo a disposizione Heinze e Kjaer, la dirigenza potrebbe risentirsi di tale gesto. Sul modulo sono scettico: penso che questa sia una squadra che si disporrà involontariamente con il 4-2-3-1, con Gago e De Rossi centrali, Perrotta incursore e Bojan e Osvaldo esterni alti.
B: Quella con il Cagliari è già una partita fondamentale. Non tanto perchè se perdiamo Luis Enrique verrà messo in discussione, ma perchè è un test per tutti: squadra, allenatore e ambiente. De Rossi potrebbe giocare da interno, dato che Gago è centrale, c'è poco da fare. L'argentino è meno duttile, sicuramente il meno adatto dei due a ricoprire il ruolo di mezzala a centrocampo.