Serie A, domani giornata decisiva per il contratto collettivo. Nel pomeriggio incontro a P.Chigi: si parla di tutela dei marchi e di legge sugli stadi

04/09/2011 alle 20:18.

Appuntamento in Federcalcio, e poi tutti a Palazzo Chigi per dare il via al tavolo delle riforme. Sarà un lunedì decisivo per il calcio italiano, non solo per la serie A. Domani è il giorno fissato per la firma del contratto collettivo, quella che porterà alla revoca dello sciopero dell'Assocalciatori e poi al via del campionato. Il confronto tra parti 'socialì è però destinato a riaprirsi subito, visto che si tratta di un accordo ponte fino a giugno 2012. E il primo round sarà sulla legge '91, di fronte al Governo. Beretta e Tommasi si ritroveranno domani in via Allegri

E se non saranno verbali, saranno sostanziali. Alle 16.30 infatti, dopo l'appuntamento dell'ora di pranzo in Federcalcio, tutti a Palazzo Chigi per l'incontro con i sottosegretari Crimi e Letta. «Il governo, con il sostegno determinante del Coni, ha acconsentito di aprire questo tavolo su tre questioni: la legge '91, la tutela dei marchi e la legge sugli stadi», spiega Antonello Valentini, della Federcalcio. Con lui e Abete, al tavolo del governo ci saranno Petrucci e Pagnozzi per il Coni, Beretta e Brunelli per la Lega, Tommasi, Albertini, Calcagno e Grazioli per l'Aic. «La tutela del marchio è un tema delicato - aggiunge Valentini - la contraffazione così diffusa nel nostro Paese provoca danni ingenti ai club. Quella degli stadi, invece, è una questione che si trascina da molto tempo». Dopo le tante corsie preferenziali promesse, a 14 mesi dall'avvio della discussione l'esame del testo ripartirà da capo con l'autunno. C'è poi la legge '91, quella che regola la figura professionale del calciatore e di tutti gli atleti italiani. Sull'argomento, si preannuncia battaglia. I club vogliono la trasformazione da lavoratore subordinato a lavoratore autonomo, per l'Aic confligge con lo status dei calciatori del resto d'Europa. L'attuale legge stabilisce poi che la durata del contratto collettivo deve essere triennale. Cosa succederà tra 10 mesi, se non si troverà una nuova intesa? Prevarrà la legge o la clausola chiesta dalla Lega sulla decadenza dell'accordo? La vertenza, insomma, riparte un attimo dopo la firma.

(ansa)