C'erano una volta la corda per saltare e la palla medica. Poi arrivarono le sagome per perfezionare le punizioni (care a specialisti come Platini e Maradona) e gli estenuanti su e giù lungo le gradinate degli stadi (con cui Zeman 'torturavà i suoi giocatori). E la gabbia in metallo voluta da Arrigo Sacchi, a Milanello, necessaria ad allenare il Milan degli olandesi. Strumenti spesso nati dall'esperienza diretta sul campo, qualche volta dalla fantasia 'sadicà dei preparatori pronti a tutto, come costringere i compagni di reparto a mantenere le distanze vincolandoli con una lunga corda legata alla caviglia. Oggi anche le attrezzature, come i metodi di gioco, si sono modernizzate ed evolute. E lo dimostrano le novità in cantiere per i ritiri delle squadre che stanno cominciando. Uno degli strumenti più in voga dedicati all'allenamento, in particolare dei portieri, è la macchina 'spara pallonì (fino ad una velocità di 140 km orari). Dopo
Come spiega Franco Tancredi, attuale preparatore dei portieri per la nazionale inglese. «Io spesso uso i palloni da rugby - spiega l'ex n.1 della Roma - perchè hanno un'imprevedibilità nel rimbalzo che affina la reattività. Poi ci sono le tecniche con i palloni numerati o colorati. La psicocinetica migliora la capacità di anticipazione e reazione del portiere. La macchina 'spara pallonì? Ben venga, ma è importante anche l'allenamento classico. La macchina non può imitare la spontaneità del movimento della gamba quando prepara il tiro, un movimento che il portiere deve imparare a 'leggere'»
(ansa)