Nessuna ipotesi di associazione per delinquere dietro i presunti illeciti attribuiti alla Gea, la società che ha gestito le procure di numerosi calciatori. Lo scrivono i giudici della prima corte di appello di Roma nelle motivazioni alla sentenza di condanna di Luciano Moggi, ex dg della Juventus, ad un anno di reclusione e, a cinque mesi di reclusione per il figlio Alessandro. «I reati ritenuti a carico dei due imputati - si legge nel provvedimento depositato dal collegio presieduto da Giovanni Masi - sono riconducibili a scelte individuali ascrivibili addirittura ai singoli e senza che nei fatti possano ravvisarsi gli elementi costitutivi del delitto associativo».
(ansa)




