Tommasi (Aic): "Porto la mia incoscienza di giovane presidente. Montella? Non bruciamo i giovani allenatori"

11/05/2011 alle 16:11.

TRS - Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, intervenendo in esclusiva a Unico Grande Amore, trasmissione radiofonica, ha dichiarato:

"Per il mio nuovo incarico, ho l'incoscienza del giovane che va a sostituire non un presidente, ma 'il' presidente. Campana è stato per tanti anni a capo della nostra associazione, io credo, per via dell'età, di poter essere più vicino alla categoria, perché di fatto sono ancora un calciatore. Spero di poter essere perdonato se all'inizio farò delle gaffe, mi andrò a confrontare con calciatori e società, ma dovendo interpretare un ruolo diverso da quello che avevo quando mi ci confrontavo da calciatore. Conoscendo però bene certe dinamiche e ritenendo di avere i mezzi per gestire questa responsabilità.

Montella lo vedevo in giacca e cravatta, ma non su una panchina. Invece sta dimostrando le sue qualità. Io da presidente dell'Associazione Italiana Calciatori vorrei affrontare con l'associazione degli allenatori la questione sui continui cambi in panchina. Dopo due risultati si decidono le sorti di un tecnico. Vengono mandati in prima linea ragazzi giovani. Che poi però non devono correre il rischio di essere bruciati. Bisogna dare tempo anche in quel settore. Un allenatore, solo perché giovane, non deve essere giudicato con fretta. Ho giocato con Guardiola, lui ha dimostrato che non conta necessariamente avere alle spalle anni di carriera. Guardiola ha aperto una strada. In parte anche Villas Boas. Ma pur essendo più giovane di Guardiola, il portoghese ha più esperienza di Guardiola, avendo lavorato per anni con Mourinho"

Infine ha parlato così della scomparsa prematura dell'ex addetto stampa giallorosso Brugnoli: "Dario Brugnoli è stato un nostro compagno di viaggio. A Roma l'addetto stampa ha un ruolo particolare, con lui ho sempre avuto un buon feeling, abbiamo passato anche momenti difficili nel percorso che abbiamo fatto insieme. Nelle mie possibilità ho sempre cercato di dargli una mano, grazie al rapporto di amicizia che si era instaurato. Ha svolto un ruolo fondamentale per la Roma dei miei tempi. Rapporto che è durato anche oltre le nostre avventure nella Roma. Io arrivavo da Verona, ero molto giovane, è stato per me un punto di riferimento, dovevo crescere, conoscere la realtà romana in tutte le sue sfaccettature, anche a livello mediatico, Dario mi ha dato una grande mano. Ci ha dato una grande mano".