Ripartire dalla forza delle idee. Dal coraggio di voler cambiare. La nuova Roma 'made in Usa' potrebbe aver in mente una vera e propria rivoluzione copernicana applicata al calcio, almeno quello romano. Col pallone al posto del Sole, al centro di tutto, per tornare a divertire, per ricon
L'identikit, d'altronde, coincide con quello tracciato dalla nuova dirigenza che vedrebbe bene sulla panchina della Roma un allenatore emergente, straniero, e che pratica un gioco offensivo. Il Barcellona B di Luis Enrique, ereditato nel 2008 direttamente da Guardiola, occupa la quarta posizione in Liga Adelante (che terminerà il prossimo 5 giugno) con numeri abbastanza eloquenti per chi mastica calcio - secondo miglior attacco con 77 gol in 40 partite, ma tredicesima difesa a causa dei 59 gol subiti - che sono il frutto di un 4-3-3 con pressing, possesso e atteggiamento offensivo, che rappresenta il marchio di fabbrica del mondo-Barca. Mondo che però 'Luchò, questo il soprannome del tecnico, si appresta a salutare come da lui stesso ammesso recentemente: «Considero il mio ciclo come allenatore della filiale finito. Sono state tre stagioni meravigliose, ma non possono ingannare nessuno, nè tantomeno me stesso, il mio tempo qui sta per finire».
E ad attenderlo potrebbe esserci la Roma a stelle e strisce, alla ricerca di una boccata d'aria fresca dopo una stagione vissuta in apnea. Luis Enrique avrebbe infatti superato la concorrenza dei vari Deschamps (cercato con insistenza dal Lione), Bielsa (dopo il no al Siviglia potrebbe finire alla Real Sociedad), e Pioli (ufficialmente in cerca di sistemazione dopo l'addio al Chievo). Nessuno avrebbe però affascinato il duo Baldini-Sabatini tanto quanto il giovane Lucho. Che ha ammesso di ispirarsi all'olandese Louis Van Gaal, suo maestro a cavallo del 2000 quando vestiva ancora da giocatore la casacca del Barcellona: «Ho avuto allenatori molto buoni, ma Van Gaal è stato un diverso e metodologicamente mi ha insegnato molto». Per capire quali sono invece le idee di Luis Enrique a proposito del modo di intendere e fare calcio basta prestare attenzione alle sue parole e, in particolar modo, a una frase pronunciata non molto tempo fa: «La ambicion es clave sobre todo». «Ci sono molte qualità importanti per essere un calciatore, ma l'ambizione è fondamentale quando si tratta di giocatori dotati di un alto livello tecnico» il pensiero di Luis Enrique che considera i calciatori «molto più normali di quello che possano sembrare attraverso i mezzi di comunicazione. Ma giocatori si nasce e si diventa».
«Il calcio è un sport molto completo nel quale devi avere buone condizioni fisiche, tecniche e psicologiche - il punto di vista dell'allenatore -. Ci sono casi di giocatori che trionfano più per qualità che per fisico, e viceversa». A chiarire ancora di più il carattere dell'uomo è poi il modo in cui si approccia al successo e la dedizione al lavoro: «Il momento di maggior gloria in carriera? Ogni volta che abbiamo centrato l'obiettivo che ci eravamo prefissati ad inizio stagione. La mia vita da quando alleno è completamente vincolata al calcio, e malgrado cerchi di tirare fuori tempo per la famiglia, il calcio occupa tutta la mia attenzione». Insomma, nonostante l'evidente inesperienza, Baldini e Sabatini potrebbero decidere di scommettere affidando la rivoluzione della Roma a Luis Enrique e alla sua voglia di vincere. (ansa)