La loro patria è la Premier League ma hanno fatto tendenza, allargandosi a macchia d'olio: in inglese si chiamano 'snoods' (termine che un tempo indicava le 'retinè usate per raccogliere i capelli delle donne), in italiano sono più semplicemente le fasce scalda-collo.
Molto amate da campioni come Francesco Totti e Mario Balotelli, le 'sciarpè - spesso nere - vengono sfoggiate in maniera massiccia anche se sono state condannate all'estinzione. L'IFAB (International Football Association Board), l'organismo che detta le regole del mondo del pallone, ne ha infatti proibito l'uso a partire dalla prossima stagione. Il perchè lo aveva spiegato un portavoce della Fifa: nel caso in cui un giocatore stesse andando in rete e un avversario lo afferrasse per lo scalda-collo, questo potrebbe provocare anche serie lesioni. Le fasce anti freddo fanno ormai parte del kit del giocatore moderno e - fuori dal campo - sono fashion e modaiole: una volta, erano i cerchietti per i capelli a spopolare sui campi, poi l'onda anomala dei tatuaggi che restano una fissazione per molti sportivi. In un 'corredò che si rispetti non possono mancare polsini, guanti, orecchini e altri accessori vezzosi. L'International Board ha richiamato alla sobrietà, cercando di mettere ordine fra i colori delle divise: gli scaldamuscoli che fasciano le cosce dei giocatori devono essere obbligatoriamente in tinta con il pantaloncino.
La mania dell'inutile ha disgustato Sir Alex Ferguson il quale detesta le fasce perchè intaccano la virilità dei suoi atleti: «Siamo uomini veri, non femminucce». Opposto il parere di Arsene Wenger che ha colto l'aspetto preventivo delle fasce, riparando i giocatori dai malanni. Non solo Totti e Supermario, anche Gigi Buffon e Julio Cesar amano indossare la fascia. Il portiere dell'Inter - tra i pali - sfoggia pure ultimamente con un curioso cappello. Ma i veri pionieri dello scalda-collo sono Carlos Tevez, attaccante del Manchester, Emmanuel Adebayor del Real Madrid (in prestito dal City) e Samir Nasri, centrocampista dell'Arsenal. Le fasce si sono diffuse rapidamente e piacciono soprattutto ai più giovani. Un nostalgico Roy Keane chiede al calcio di essere più semplice. Una volta bastavano una maglietta e un paio di pantaloncini, a volte anche di 'seconda manò, ereditate da un giocatore che andava via. Pochi fronzoli in campo: «Guanti, sciarpe, cappelli, scalda-collo non c'erano ai miei tempi. Sono un vezzo moderno che ha reso il calcio più 'sofficè, lo ha rammollito. Non so nemmeno come facciano i giocatori a concentrarsi con tutta quella roba addosso».
(ansa)