Due giorni e la vendita della Roma alla cordata statunitense capeggiata dal magnate americano, di chiare origini italiane (abruzzomolisane), Thomas Di Benedetto entrerà nella fase più calda
Come nelle previsioni, gli investitori americani rileveranno il 67% della società per una cifra che non supererà i 120-130 milioni di euro ai quali dovrà essere aggiunta lopa (offerta pubblica dacquisto) ed un piano industriale di 3-5 anni. C è chi sostiene che il rilancio della società possa compiersi in un termine ancora più lungo, intorno ai 5-8 anni, con la costruzione di un nuovo stadio di proprietà, i cui incassi possano essere messi a bilancio.
Ancora da chiarire sarà lesposizione finanziaria della banca Unicredit, che nei giorni scorsi attraverso lamministratore delegato Federico Ghizzoni non aveva escluso la possibilità di continuare a detenere parte delle quote societarie in un primo periodo.
Sarà, inoltre, da chiarire se parte del pacchetto di minoranza della società giallorossa, detenuto dalla stessa Unicredit, verrà ceduto ad imprenditori romani, Francesco Angelini o la famiglia di costruttori Parnasi, che in quel caso sarebbe in prima fila per lappalto del nuovo impianto sportivo romanista.
Una volta divenuti proprietari, gli americani lanceranno lofferta pubblica di acquisto (Opa) e, insieme a Unicredit, dovrebbero subito ricapitalizzare il club per circa 50-60 milioni di euro, in modo da coprire le perdite societarie di questa stagione.
Ancora incertezza, invece, sulla Newco Roma, la nuova società che sarebbe dovuta nascere già da diverso tempo per segnare un distacco del controllo del club giallorosso dalle altre attività petrolifere e immobiliari della famiglia Sensi. Gli addetti ai lavori assicurano che sarà costituita nei prossimi giorni e le scadenze prestabilite non dovrebbero risentire di eventuali ritardi.
La fase di trattazione esclusiva dovrà durare fino ad un massimo di 30 giorni e per metà marzo la cordata americana avrà acquisito la maggioranza del club giallorosso. A quel punto lAntitrust italiano dovrà pronunciarsi su eventuali elementi lesivi della concorrenza.
Intorno alla metà di aprile si dovrebbe riunire lassemblea della nuova società e lì Thomas DiBenedetto potrebbe essere già il nuovo presidente della Roma.
Tra i progetti a medio-lungo termine ci saranno degli investimenti, come detto, sullo stadio di proprietà del club, con allinterno megastore, ristoranti, cinema e servizi vari, per consentire al tifoso di vivere limpianto sportivo tutti i giorni della settimana.
Ad essere ristrutturato sarà anche il settore giovanile, anche se il lavoro fin qui svolto da Bruno Conti e dal suo staff è stato egregio negli ultimi anni. Dal vivaio giallorosso negli ultimi 20 anni sono usciti campioni del calibro di Francesco Totti, Daniele De Rossi e Alberto Aquilani, solo per citarne qualcuno.
Sarà completamente da rivedere la politica societaria in tema di merchandising, capace attualmente di fruttare nelle casse giallorosse solamente 7 milioni di euro allanno. Specie se si pensa alle potenzialità infinite del brand Roma, che associa il nome della città a quello della squadra di calcio, spendibili in tutto il pianeta.
In occasione della partita Roma-Inter (25 settembre dello scorso anno) a cui assistette, DiBenedetto si meravigliò del fatto che allinterno dello stadio non ci fosse uno store per la vendita delle maglie e dei gadget ufficiali della società.
Capitolo sponsor. Attualmente la società giallorossa ha firmato accordi milionari Robe di Kappa fino al 2017 e con la Wind fino al 2013. Leventuale rescissione dei contratti si tradurrebbe in delle penali da pagare per la nuova proprietà. Le intenzioni di Thomas DiBenedetto e dei suoi soci sarebbero di affidarsi a marchi sportivi e sponsor più spendibili sul mercato.
Una nuova realtà sportiva, quella della nascente As Roma, che avrà un respiro internazionale. A cominciare dal tecnico che probabilmente sarà Carlo Ancelotti, attuale coach del Chelsea.
E proprio in Inghilterra questanno cè stato il record di club acquisiti da magnati stranieri. Il 50% delle società doltremanica, infatti, sono in mano ad investitori esteri, spaziando da russi e sceicchi per finire ad indiani e americani.
In Italia lacquisizione di una società da parte di una cordata estera rappresenterebbe una novità ed un incentivo per attirare capitali stranieri nel bel paese, dove la passione per il calcio potrebbe generare ingenti ricavi per gli imprenditori capaci di investire.
(dirittodicritica.com)