Dieci per sempre. Se hai quel numero sulle spalle, che disegni il tuo destino in dribbling come Maradona o con una punizione perfetta come un tondo alla Platini, resti un 10 a vita. Così le Roi Michel ora si inchina al 'nemicò degli anni d'oro in serie A, e rende omaggio al Pibe per il suo mezzo secolo di calcio e magie. «Cosa ruberei al talento di Maradona? Quel suo famoso colpo all'Inghilterra ai Mondiali dell'86, è stato un gol semplicemente fantastico», dice il presidente Uefa all'ANSA.
Tanto simili e così diversi, Maradona e Platini hanno infiammato il calcio italiano per tre campionati, dall'84 all'87. Torino contro Napoli, l'antico contro il nuovo, la programmazione contro l'entusiasmo. Ne nacquero sfide indimenticabili, e ora Platini ne rievoca il profumo. «Il ricordo più bello - dice - è sicuramente la rivalità sportiva che esisteva all'epoca tra Napoli e Juve, tra lui e me, e l'atmosfera di competizione e di sfida creata dai media attorno ai calciatori di quel periodo in Italia. Maradona ed io siamo stati spesso messi a confronto dai giornalisti, ma ha sempre prevalso il profondo rispetto reciproco che esisteva in noi, da sportivo a sportivo».
Poi Platini non ha risparmiato critiche a Maradona. E oggi riassume in poche parole i motivi di tanta distanza, alla domanda su quale errore del rivale non avrebbe mai voluto vedergli commettere. «Semplicemente, non abbiamo interpretato il calcio nella stessa maniera. Lui - ricorda il presidente Uefa - lo viveva con immensa passione, mentre per me era innanzitutto un gioco, un divertimento». È anche per questo che l'augurio per il compleanno, più che da 10 a 10, è il messaggio di una persona comune. «A Maradona - conclude Platini - mando questi auguri: che possa godere di buona salute,e che tutto possa andare al meglio per la sua famiglia e per i suoi bambini. È questa la cosa più importante». In qualsiasi modo disegni il suo dieci.