
RADIO RAI - Così si esprime il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete che non pensa alla possibilità di ripetere la partita contro la Serbia come richiesto dalla Federazione balcana.«Il problema non è la colpevolezza o meno della Serbia, il problema è la linea di indirizzo che l'Uefa intende dare. Nel momento in cui si leggittimasse una situazione di atti vandalici come quelli che sono intervenuti a Genova, consentendo, alla Federazione a cui fanno riferimento i tifosi, di ripetere la partita, si creerebbe un precedente enorme, però noi abbiamo fiducia e il dovere di rispettare gli organi di giustizia sportiva. Ci sarà un giudizio di primo grado e qualora ci fossero responsi non graditi c'è sempre la possibilità di andare dal giurì d'appello».
che non pensa alla possibilità di ripetere la partita contro la Serbia come richiesto dalla Federazione balcana.
«Il problema non è la colpevolezza o meno della Serbia, il problema è la linea di indirizzo che l'Uefa intende dare. Nel momento in cui si leggittimasse una situazione di atti vandalici come quelli che sono intervenuti a Genova, consentendo, alla Federazione a cui fanno riferimento i tifosi, di ripetere la partita, si creerebbe un precedente enorme, però noi abbiamo fiducia e il dovere di rispettare gli organi di giustizia sportiva. Ci sarà un giudizio di primo grado e qualora ci fossero responsi non graditi c'è sempre la possibilità di andare dal giurì d'appello. Siamo sereni e penso che sia corretto da parte della federazione italiana mantenere un profilo di grande serenità. La Figc ha fatto quello che si poteva fare, gli eventi sono accaduti in un modo abbastanza individuabile e noi siamo vittime di questa situazione. La partita doveva essere una festa di sport con tanti bambini e non è stato possibile. La Commissione disciplinare ora dovrà valutare quanto accaduto a Genova».
La Federcalcio serba chiede la ripetizione della sfida con l'Italia ma secondo Abete «bisogna non commettere l'errore di alimentare polemiche. La situazione in Serbia si è manifestata complessa. Ho rappresentato come, a mio avviso, sia mancato il coordinamento tra la federcalcio e la polizia serba, ma lasciamo spazio alla valutazione della commissione disciplinare. Tante volte si attacca perchè è un modo per difendersi», aggiunge il numero uno della Figc a Nyon per l'inaugurazione dell'ampliamento della sede Uefa. «È una cerimonia pubblica, un appuntamento programmato da mesi, non va confuso. Qui sono presenti oggi tutte le 53 federazioni, compresa quella italiana e quella serba». Abete comunque ha già incontrato il presidente dell'Uefa Michel Platini. «Ci siamo già incontrati, ci siamo salutati, come ho incontrato il presidente della Federcalcio serba. Ognuno di noi deve rimanere nel ruolo che ha. Ma è un passaggio delicato che richiede grande attenzione e rispetto», continua il numero uno della Figc che difende la scelta dello stadio di Genova per la gara con la Serbia. «Lo stadio di Genova non ha gli stessi spazi dell'Olimpico, ma è uno stadio a norma, dove la Sampdoria ha giocato i preliminari di Champions e l'Europa League e l'Italia ha già giocato con la Georgia. Dispiace non avere una maggiore scelta di stadi in Italia, ma speriamo che andrà avanti il disegno di legge sugli stadi». Per la prossima gara casalinga dell'Italia, Abete assicura che «cercheremo di far riappacificare il tifo buono, ma non si può addossare la responsabilità di quanto successo a Genova alla federazione. Il calcio oltre ad essere protagonista è anche vittima di queste persone».