Montali: "A Roma conta il cuore delle persone"

13/05/2010 alle 13:16.

CENTRO SUONO SPORT - Ecco l’intervento di Giampaolo Montali nel corso della trasmissione “Te la do io Tokyo”. Montali, lei è venuto a Roma ed è arrivata una serie di risultati positivi. Ha lavorato con grande professionalità in un posto difficile come Roma. “La prima affermazione è la plausibile, gli amici mi chiamano Gastone ma la fortuna tante volte ci vuole. Meglio generali fortunati che bravi. Il mio arrivo in concomitanza con i successi fa pensare alla gente sia merito mio, io mi sono messo a disposizione della società e spero di aver fatto bene.

Montali, lei è venuto a Roma ed è arrivata una serie di risultati positivi. Ha lavorato con grande professionalità in un posto difficile come Roma.

“La prima affermazione è la plausibile, gli amici mi chiamano Gastone ma la fortuna tante volte ci vuole. Meglio generali fortunati che bravi. Il mio arrivo in concomitanza con i successi fa pensare alla gente sia merito mio, io mi sono messo a disposizione della società e spero di aver fatto bene. Poi abbiamo la partita di domenica che potrebbe essere la nostra ciliegina sulla torta”

Tra le legende metropolitane, dicono che lei abbia fatto abbattere un muro negli spogliatoi che separava le riserve dai titolari

“È vero, abbiamo spostato lo spogliatoio che aveva giocatori che si scaldavano a parte. Si sono stretti un po’ tutti ma ha fatto piacere al gruppo col grande entusiasmo per tutti, in primis e
. La squadra si è sentita più integrata”

Non conta però solo la fortuna, ma questo dimostra l’intelligenza. Invece che differenze ha trovato tra la e la Roma?

“Sono due realtà molto diverse. Nella c’è un’ organizzazione molto precisa, data da anni di lavoro con direttive precise dall’azienda che la guida, la Fiat. Ognuno ha ruoli e competenze specifiche, è una macchina eccezionale. La differenza con Roma non è però tanto su questo campo, anche qui c’è organizzazione, ma soprattutto c’è sensibilità e disponibilità. Quello che fa la differenza è il cuore e la passione delle persone, il modo in cui si applicano le regole. C’è un coinvolgimento emotivo molto più personale nella Roma. Questa è una squadra che intorno ha un popolo, i nostri risultati sono dati quest’anno dalla partecipazione dei tifosi. Ranieri aveva chiesto di essere seguito dai tifosi e sono stati decisivi in questa rincorsa”

L’hanno chiamata il motivatore. Dopo lacrime di Mexes con la Sampdoria ha parlato col ragazzo?

“No, non abbiamo parlato. Quelle sono cose personali che dipendono dalla sensibilità di ciascuno. Mexes l’ha fatta in pubblico, c’è chi l’ha fatta in privato. Ognuno è libero di manifestare le sue emozioni, su cose personali non mi piace entrare”

Lei ha parlato di progetto scudetto nel giro di alcuni anni. È vero? E questo progetto ha una scadenza, cosa si farà la prossima stagione?

“Quando ho detto questa cosa era un paio di mesi che ero qui, quando parlo è perché credo in ciò che dico. Mi sono reso conto dell’organizzazione che c’è e dell’idea di calcio sostenibile. Nell’arco di 4/5 stagioni. Vedendo i ragazzi, il tecnico, ho capito di essere in una squadra speciale. Questo mi ha fatto capire che la Roma può lottare, poi già quest’anno abbiamo visto cosa potrebbe succedere

Tutto questo grazie al valore delle persone che lavorano nella Roma, dallo staff, ai calciatori, ai dirigenti, a gli inservienti. Ci credo e i fatti ci stanno dando ragione”

Comunque vada Montali ha ragione, e pensare che Lei arrivò dopo un Udinese-Roma

“Una domenica ero in viaggio e la squadra perse in casa contro il Livorno. Poi sì, andammo ad Udine e poco alla volta, con obiettivi precisi, abbiamo fatto bene e fatto una cavalcata straordinaria. La cosa più importante è riconoscere alla Roma una rimonta che non ha esempi nel passato. Sono state fatte cose importanti”

Quando Montali disse che la Roma poteva fare tanto nessuno ci credeva. Tantissimi ora danno una buona percentuale di merito a Lei per questa rincorsa

“Le racconto un aneddotto. Qualche giorno fa ho incontrato Amendola, grande tifoso romanista, e abbiamo parlato. Lui mi ha detto che quando 5/6 mesi fa si fece una bella risata quando parlai di scudetto, mentre quando ci siamo visti si è quasi scusato. Le persone che vengono dall’esterno vedono con occhi diversi le cose, con la mente sgombra, si vedono le risorse che ci sono per valorizzarle. Bisogna avere il coraggio di cambiare come fatto dal nostro presidente. Dentro la Roma c’è molta eccellenza”

Qualcuno ha riportato in modo malizioso le sue parole sulla vicenda . Come è andata?

“Ci sono rimasto molto male. Il mio rapporto con Francesco è ottimo professionalmente e ancora di più umanamente. Ho istaurato un rapporto diretto con lui, l’ho conosciuto da dentro. Quello che si dice di buono di lui è poco rispetto a ciò che fa. Faccio fatica a commentare le illazioni sulla mia frase, quella era riferita al momento della Roma e non a Francesco. Tutti sbagliano ma il mio rapporto con lui è straordinario. Tra tanti striscioni domenica ce n’era uno che identifica il , è lo striscione di Ilary: non si discute, si ama. Ciò che è successo spero sia un episodio isolato. Stimo per la sua generosità. Gli ho visto fare cose nello spogliatoio per le persone meno importanti che non usciranno mai”.