SUPERTENNIS.TV - Zdenek Zeman, grande personaggio del mondo del calcio, ospite a "Tennis Club", il talk show del martedì sera di SuperTennis condotto da Massimo Caputi in onda alle ore 22.30. Spazio ad unintervista "face to face" con lex allenatore di Foggia, Roma, Lazio e Napoli che ha parlato di tennis, calcio e doping.
Il mio idolo tennistico è stato Ivan Lendl - ha detto Zeman - ma anche ora ci sono grandi giocatori. Roger Federer è un mostro, ma dietro di lui di mostri ce ne sono tanti altri, anche se a Miami non hanno giocato bene. Il tennis moderno è sicuramente più basato sulla forza, ma la tecnica è sempre molto importante. La Fed Cup? Andrò a vedere la semifinale tra Italia e Repubblica Ceca al Foro Italico: non mi schiero, tiferò per la squadra migliore.
Quindi è tornato a parlare delle vicende doping che lo videro qualche anno fa esporsi in prima linea con accuse pesanti a gran parte del suo mondo, quello del calcio: Quello che è successo nel 1998 non ha cambiato soltanto la mia vita, ma anche quella delle squadre che ho allenato a quel tempo. Durante la mia esperienza con la Roma, per esempio, siamo stati vittime di una serie di ingiustizie arbitrali evidenti. Quello che è accaduto qualche anno dopo con Calciopoli ha dimostrato che avevo ragione. In fondo il doping non è soltanto relativo al calcio: ci sono anche altri sport come il nuoto, latletica e anche il tennis in cui il doping è presente, oltre al ciclismo del quale tanto si parla. Il mio connazionale Petr Korda ne è stato un esempio. Non ho dubbi: rifarei tutto quello che ho fatto, sono pronto anche a tornare, ma forse sono gli altri che non sono pronti al mio ritorno.
Poi ancora: Penso di essere stato amato ovunque io abbia allenato: le esperienze che ricordo con piacere sono quelle di Licata e Foggia, oltre che quelle romane sia con la Lazio che con la Roma. Devo però ammettere che i nove anni che ho trascorso a lavorare nel settore giovanile del Palermo sono stati splendidi, perchè è sempre bellissimo vedere i ragazzi crescere e migliorare. Tanti di quei giocatori ancora mi ringraziano. Sono contento di averli cresciuti atleticamente, ancora più che tecnicamente. Le società attuali dovrebbero investire di più sui giovani e garantire loro strutture ad hoc per poter consentire la loro crescita sportiva. Lo sport, però, è ormai diventato un business.