È una delle tante storie curiose del calcio, quella di Simone Loria, 33 anni, di professione difensore, di vocazione bomber aggiunto. Il Torino lo sta ancora ringraziando adesso: venerdì scorso, all'ultimo minuto del recupero, ha segnato di testa, regalando una vittoria che può valerne tre. Non vincere in casa con la Triestina avrebbe significato, nella giornata in cui quasi tutte le concorrenti pareggiavano, perdere l'autobus della promozione diretta. E invece adesso il Torino sogna e lui, il bomber che arriva dalle retrovie, può risultare l'uomo in più. Lo strano è che Loria è torinese e ha cominciato l'attività calcistica in una storica società rionale,
«A Roma è stata una annata difficile per tutti. So ancora giocare e a Torino lo dimostrerò», aveva detto sbarcando a Caselle. Prima del silenzio stampa che perdura tuttora in casa granata, aveva suonato la carica così: «Conosco la serie B, il Torino ha un organico superiore e deve solo trovare le giuste misure. Non dobbiamo perderci d'animo anche di fronte a sconfitte brucianti. In B, tutto può cambiare in due giornate». I fatti gli hanno dato ragione, perchè la storia del Toro di quest'anno è praticamente uguale alla sua personale. Non si abbatte mai, questo ragazzo abituato alla gavetta. «Peccato solo che a Roma ho buttato via l'unica grande chance che mi era capitata», si rammarica. Ma il popolo granata lo ha già adottato, perchè il cromosoma granata è evidente, anche se 'macchiatò da un piccolo trascorso bianconero. Due i suoi gol decisivi, finora: ma Loria a se stesso promette di più, in questo finale di campionato all'ultimo respiro.
(ansa)