Ricerca Sla, incidenza superiore di 6,5 volte nel calcio

21/11/2009 alle 01:42.

Nel calcio l'incidenza della Sla è sei volte e mezza superiore rispetto al normale. È questo uno dei risultati dello studio del professor Adriano Chiò del dipartimento di neuroscienze dell'università di Torino, intervenuto questo pomeriggio a Genova al convegno 'Un calcio alla sla'.

La ricerca portata avanti dal professore ha preso in considerazione 7 mila calciatori professionisti che hanno giocato in Italia dal 1970 al 2000. Su questi si sono registrati 8 casi di sclerosi laterale amiotrofica, una percentuale nettamente maggiore rispetto a quella dell'incidenza sulla popolazione normale (che è di 2,5 nuovi casi all'anno su 100 mila abitanti). «Il problema - ha spiegato il professore - è capire quali sono i fattori che determinano l'insorgere della malattia». In questo senso esistono diverse ipotesi: l'effetto dei pesticidi usati nei campi di gioco, i traumi (in particolare i colpi di testa) e il doping o l'abuso di farmaci.

«Nell'ultimo studio - ha spiegato Chiò - oltre ai calciatori abbiamo seguito un campione di ciclisti e non si sono verificati casi di Sla. Questo, se si tiene conto di quello che si sa sul cislismo, sembrerebbe escludere il doping, ma non è un dato certo».

L'ipotesi pesticidi è invece supportata da uno studio americano che ha evidenziato un'incidenza 3,5 volte superiore alla media tra gli agricoltori. «Uno dei problemi rispetto a questa ipotesi - ha spiegato ancora Chiò - è sapere quali sostanze venivano usate nei campi di gioco italiani in passato». La ricerca non prende in considerazione solo fattori legati al calcio. Altri fattori di rischio sono il fumo e la dieta, che influirebbero sulle possibilità di sviluppare la malattia. Ma per ora si è ancora nel campo delle ipotesi. «Stiamo cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle - ha spiegato Ghiò - ma siamo ancora lontani dal trarre conclusioni definitive».