
«Non ho alcun pregiudizio verso la costruzione di nuovi stadi a Roma e che ciò avvenga in tempi ragionevoli. Addirittura ho più volte dichiarato che se le cose vengono fatte per bene allora di stadi se ne potrebbero costruire anche più di due. E la mia non era una battuta sarcastica, dal momento che alcune capitali europee hanno fino a 4 stadi moderni ed attrezzati». In questi termini il sottosegretario per i Beni e le Attività culturali, Francesco Giro, replica alle affermazioni rese oggi sull'argomento dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
«Inoltre - aggiunge l'esponente di governo - non mi scandalizzo affatto se accanto allo stadio venisse costruito un centro multifunzionale che comprenda ulteriori cubature dedicate ai settori commerciale, residenziale e turistico alberghiero, come mi sembra prevedano i progetti (peraltro mai visti) di Roma e Lazio. Oggi, infatti, uno stadio costruito da solo è inconcepibile perchè non si regge. Detto e ribadito tutto ciò - sottolinea Giro - è chiaro che per procedere su progetti così imponenti e rilevanti ai fini della valutazione dell'impatto paesaggistico, la cui tutela spetta al Mibac ed alle Soprintendenze statali che fanno capo al ministero, occorra da un lato avere le carte che le società sportive non hanno ancora prodotto e dall'altro verificare bene cosa prevede il nuovo Piano regolatore di Roma, appena approvato, per studiare se esiste la possibilità di non dovere andare subito in deroga agli strumenti urbanistici vigenti».
«Mi sembra un ragionamento banale e di assoluto buon senso che spetta naturalmente al Comune fare - afferma - Diversamente, si correrebbe il rischio di non segnare una netta discontinuità con il passato, quando le deroghe e le forzature al Piano regolatore di Roma si moltiplicavano».
Il sottosegretario conferma poi di essere favorevole «ad una legge nazionale che favorisca la costruzione di nuovi impianti sportivi, più sicuri e più moderni, con accanto nuovi centri multifunzionali che servano anche per riempire gli stadi che oggi sono spesso vuoti».
«Ma per essere ottimista sulla nuova legge - rileva Giro - ho il dovere istituzionale, anche per il compito che ricopro, di essere rigoroso altrimenti si rischiano i pasticci del passato con enormi cantieri aperti e mai chiusi, un grande disagio per la cittadinanza e un pesante impatto sul paesaggio». «A suo tempo - ricorda infine il sottosegretario - fui favorevole alla costruzione di un grande parcheggio nella collina del Pincio e, pur trattandosi in quel caso di un progetto esecutivo assegnato e già appaltato e in fase avanzata di realizzazione, venni persuaso dallo stesso sindaco di Roma a correggere le mie posizioni dopo un confronto aperto e leale sul valore della tutela del paesaggio al quale oggi semplicemente mi richiamo. Drammatizzare la vicenda e alzare i toni - conclude Giro - non serve quindi a nessuno, e tanto meno alla realizzazione dei nuovi stadi di Roma e Lazio»