
«Mourinho è un grandissimo comunicatore che nasconde bene la propria mediocrità come allenatore». È questa la definizione che dà dell'allenatore portoghese dell'Inter, Zdenek Zeman, a margine della presentazione del documentario 'Zemanlandià.
«Mi sento ancora un allenatore di calcio. Io sono disponibile a tornare sui campi da gioco, ma non so se oggi ci sono le condizioni. Di certo, mi divertirei ancora». Zdenek Zeman ha voglia di ricominciare con il calcio in Italia e, a margine della presentazione del documentario 'Zemanlandià di Giuseppe Sansonna, nella 'Casa del Cinemà, confessa di sentirsi ancora un allenatore di calcio al 100 per cento. Anche se ammette che non si sentirebbe accettato dal sistema. «Io penso di essere ancora bravo - ha ammesso -. Bisogna chiedere alle società, perchè non mi vogliono. Sicuramente sono un personaggio scomodo. E poi, oggi tutti dicono che un tecnico deve essere un gestore di giocatori e non un maestro di calcio e non è questa la mia visione delle cose. Purtroppo, le mie dichiarazioni nel '98, oltre a qualche scudetto con Roma e Lazio, le ho pagate a caro prezzo anche per la mia carriera». A chi gli obietta che non ha mai vinto nulla, Zeman risponde per le rime: «Con la Lazio ho ottenuto un secondo ed un terzo posto - ha aggiunto -. Sono stati i migliori risultati della mia carriera. Purtroppo, in quegli anni non si poteva lottare per lo scudetto, perchè come si è visto i titoli erano già assegnati prima. Anche con la Roma avrei potuto ottenere qualche vittoria in più». Per adesso si gode il riposo, ma la voglia di tornare c'è. Eccome. «Undici anni fa - ha confessato - ho detto le cose che pensavo. Purtroppo, oggi mi ritrovo lontano dal calcio, perchè l'erba dei campi mi è stata rubata. Mi devo accontentare di quella dei campi da golf. Vorrei tanto far rivivivere 'Zemanlandià da un'altra parte, ma non me lo permettono. È un peccato, perchè non vedo in Italia squadre capaci di divertire la gente».