Ardito: "Anche De Rossi da condannare se ha offeso la curva"

16/09/2009 alle 11:36.

FEDELISSIMO ONLINE - Il nome di Andrea Ardito, in questi ultimi due giorni, è uscito più volte sulle pagine dei giornali e dalle bocche della gente. La Curva, nel suo comunicato, ha ribadito che il coro di domenica pomeriggio, niente aveva a che vedere con il bruttissimo fallo commesso da De Rossi (cinque anni fa in Coppa Italia) ai suoi danni. Fatto sta che quell'entrata costò al bianconero un anno di stop e fece nascere un'antipatia spontanea - gli eufemismi a volte è bene usarli - a chi ha a cuore la Robur, soprattutto per il modo e il momento in cui avvenne.

“Ho letto quello che è successo dai giornali – spiega Ardito –. E ci credo che il mio nome sia venuto fuori tante volte... E' brutto offendere andando a inneggiare familiari morti. Mi fa strano che proprio i senesi lo abbiano fatto. Sono sempre stati una tifoseria corretta e civile, sportiva. Non hanno mai creato problemi... Ho un bellissimo ricordo della gente. Sono rimasto molto molto sorpreso. Non ho visto la partita, e non ho visto quindi l'atteggiamento tenuto da durante la gara. Ma se è vero che lui ha offeso la curva ripetutamente fino a farla esplodere è certo da condannare anche il suo comportamento. E' brutto pure vedere un calciatore che fa certi gesti alla tifoseria avversaria”.

L'ex bianconero rammenta poi l'episodio che lo vide coinvolto con . “Mi ricordo che la Roma non stava attraversando un bel periodo allora – dice Ardito –, noi segnammo a pochi minuti dalla fine e a un certo punto , da dietro entrò in sforbiciata. Mi ruppi il piede, cosa particolare, tra l'altro. Mi girò in maniera strana. Lì per lì nessuno credeva che fosse un infortunio grave, tanto che in sala stampa si parlò di 'cose che possono succedere'.... Poi invece, gli esami furono impietosi. mi chiamò e si scusò il giorno dopo e quando l'ho rincontrato si è sempre detto dispiaciuto”. “La rottura del piede – continua l'ex bianconero –, mi è costata cinque mesi, praticamente un anno fermo. Anche perché ero rientrato da poco dalla rottura del : mi ero fatto male in campionato a Udine. Avevo giocato giusto cinque-sei partite...”.