GASPORT - La gente è esasperata, non ne può più di questa Roma. «Il ritiro è poco, Rosella mandali a Rebibbia», le dice uno. Rosella Sensi è provata: contestata ferocemente (in curva Sud si contavano otto striscioni con la parola «Vattene»), costretta a presentarsi allo stadio scortata dalla Digos. Nello spogliatoio, dove si consuma un mini-vertice con Pradè, Conti, Spalletti, Totti e De Rossi («Niente ritiro, ma vi chiedo di terminare la stagione con dignità»), la presidentessa piangerà due volte. Al cospetto dei giornalisti, appare frastornata.
Chiaro? Lo dice alla proprietà, a cui fa notare anche le cose che secondo lui non vanno. «Ci vuole chiarezza. Un anno fa mi mandarono in conferenza a dire che Soros non cera, poi mezzora dopo confermarono la sua esistenza in un comunicato. Anche di questa trattativa non mi hanno detto nulla, almeno avrebbero potuto comunicare qualcosa ai giocatori. Bisogna parlare e gestire con chiarezza, altrimenti tutto diventa più difficile e si torna da dove si è partiti quattro anni fa». La strada, in effetti, è quella.
«Giusta la contestazione dice Spalletti per tutto laffetto che ci hanno dato quando le cose andavano bene. Esagerata quella per la Sensi, questa famiglia ha dato tanto alla Roma». Già, la Roma. Che ne sarà? «Ora dobbiamo puntare ad un piazzamento nellEuropa League, ci teniamo tutti».




