La rabbia di Spalletti

01/05/2009 alle 19:33.

CORSPORT - Raccontano che le urla si sentissero per tutta Trigoria, pure nei pressi. Contro tutti, nessuno escluso. Le urla sono quelle di Lucia­no Spalletti, che con un eufemismo si potrebbe definire imbufalito per le ultime vicende giallorosse. Non tanto quel­le societarie, dalle quali, co­me tutti, è stato accuratamente tenuto lontano, quanto quelle di rapporti. In particolare con la proprietà, come se ormai avesse la certezza che dall’al­tra parte del tavolo non ci sia più la Roma che è stata al suo fianco, anche nei momenti più difficili, fino a po­che settimane fa. Siamo arrivati allo strappo finale, quello che a fine sta­gione potrebbe separare le strade del tecnico e della Roma, pure a fronte di un contratto in corso con scadenza trenta giugno 2011.

Due gli episodi che, sommati, hanno materializzato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: il comunicato notturno, sabato scorso, dopo il nuovo patatrac in campionato a Firenze, emesso dalla dottoressa Rosella Sensi; la mancata convocazione, mercoledì mattina, a Villa Pacelli per l’incontro con la so­cietà a cui hanno partecipato i diri­genti Conti e Pradè e i giocatori Tot­ti e . Il tecnico che nella sua avventura romana in questi quattro anni si è trovato spesso e qualche vol­ta pure poco volentieri a indossare i panni di ruoli che non gli competeva­no, ritiene che questi due episodi sia­no stati la firma su un cambiamento drastico nei rapporti con la so­cietà.

Per il tecnico, alla luce di queste ultime vicende, pensare a una quinta (e sesta) stagione sulla pan­china della Roma, in questo momen­to è impresa ai confini della realtà. Pur non avendo, di fatto, in mano nessuna offerta da parte di qualche altro club, compresi e Mi­lan che, pure, a Spalletti, hanno pensato, frena­ta la prima, sembra un pa­radosso, dal­l’ingaggio (il tecnico toscano prende quasi il doppio di Ra­nieri) e la seconda dalle parole del grande capo, Silvio Berlusconi, che per il futuro del Milan vuole un emergente (a meno che non conside­ri tale pure Spalletti che, certo, non gradirebbe).