La pace armata tra Rosella e i giocatori

01/05/2009 alle 19:37.

GASPORT - La ribellione che ha portato alla fine del ritiro imposto ai giocatori della Roma è nata spontaneamente. Si è materializzata lunedì, ha preso corpo martedì e si è manifestata mercoledì, quando Totti e De Rossi hanno chiesto al direttore tecnico Conti e al direttore sportivo Pradè di poter incontrare la presidentessa. Permesso accordato. Mercoledì all'ora di pranzo, il colloquio - Rosella era molto seccata - e al termine, lo stop al ritiro.



Uniti e compatti nella lotta, i giocatori della Roma: leader anziani (Montella e Panucci) e meno anziani (Mexes), capitano del presente () e del futuro (
), stranieri (Baptista e Riise), "attivisti" del sindacato (Brighi, Tonetto, Perrotta) e giovani. Il comunicato con il quale la Roma aveva spedito i calciatori in ritiro non era affatto piaciuto, soprattutto per quel richiamo al denaro. "Quando le cose vanno bene, i giocatori sono eroi e chissenefrega se guadagnano milioni. Quando vanno male, siamo mercenari. Così non va".




e
hanno spiegato la resistenza di Rosella con una tesi semplice: "Secondo lei, se non vinciamo domenica sarà merito del ritiro o della nostra professionalità? Abolisca il ritiro. Noi siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità". Rosella ha ceduto alla richiesta, ma se domenica non si batte il Chievo, si torna in ritiro.