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IL MESSAGGERO - Il mistero, per certi versi annunciato, di due dei tanti Flick che vivono in Germania; la cordata svizzero-tedesca che prosegue nelle verifiche relative alleventuale acquisto della Roma e Unicredit che vigila, con grande interesse e forte preoccupazione, sulla vicenda che resta aperta a qualsiasi soluzione proprio perché sul prezzo la forbice è ampia. La società giallorossa, insomma, ancora non conosce quello che sarà il suo vero futuro.
«Entro sabato faremo sapere qualcosa». E lunica frase filtrata dal gruppo Fioranelli che conferma di essere sempre nel vivo della trattativa. Ma che fa sapere di non voler perdere altro tempo. Linteresse per il club di Trigoria è stato manifestato prima di Natale, da due mesi lo studio Irti sta lavorando sullinvestimento da fare e sta tenendo anche i contatti con le banche: ora è il momento di tirare le somme. Anche perché la prossima stagione agonistica è alle porte e non si può subentrare quando i giochi, soprattutto di mercato, sono già fatti. Si perderebbe un anno o quasi. Lintervento di Rosella Sensi, martedì sera, non è comunque stato preso male dal gruppo Fioranelli che lo ha considerato come un passaggio obbligato.
In una fase del genere le mosse sono sempre le stesse: le smentite scontate di chi ascolta le proposte (anche perché la Consob pretende massima chiarezza e non sempre è accontentata) proprio come lo sono i silenzi di chi sta trattando. In questa situazione, simile a quella vissuta con Soros proprio un anno fa, eccone altre di smentite.
Escono allo scoperto anche i due fratelli Flick, semplicemente chiamati Mick e Muck. Ultimamente sono stati spesso accostati alla Roma e invece non sarebbero loro i tedeschi interessati ad acquistare il club di Trigoria. Il primo dei due a chiamarsi fuori dalla vicenda è stato il magnate e storico dellarte Gert Rudolf Flick, detto Muck, intervistato dal settimanale tedesco Bunte. «Questa è proprio una bufala. Non conosco la Roma. Cè un avvocato che si chiama Volker Flick che sta portando avanti le trattative per i romani». Non è Muck, dunque, anche se vorrebbe far la figura di chi è ben informato e non si sa se lo è davvero o preferisce depistare. Passiamo, poi, al fratello Fredrich Christian Flick: a un altro settimanale tedesco, sport Bild, attraverso la sua segretaria Simone Kost, fa sapere «che non cè nulla di vero in queste voci». Insomma, pure, Mick non centra niente.
Probabilmente sono smentite vere e non di facciata. Ma cè qualcosa che non torna. Proprio Gert Rudolf Flick assicura che Volker Flick è il legale di chi vuole la Roma. Ma anche questultimo, in giornata, ha detto che il suo ufficio «non è stato mai interpellato per questa negoziazione romana». Troppe smentite su quel cognome accostato dal primo momento alla Roma. Quel Flick che Vinicio Fioranelli, ieri a Milano, ha sbandierato, come vessillo di garanzia, sin dal primo giorno di questa lunga storia. Allora, che smentite sono? Perché, anche ieri, chi ha partecipato anche in modo marginale (da consulente, per esempio) alle verifiche di queste settimane, insiste, dando per sicuro un finanziatore tedesco che avrebbe ancora il 18 per cento del marchio Mercedes, in passato di proprietà degli eredi Flick? Il mistero sugli eventuali acquirenti presto (molto presto) dovrà per forza essere svelato. Del resto la cordata è la stessa che si presentò in Italia per acquistare il Bologna a fine 2008. E il cognome Flick fu tirato fuori anche in quelloccasione. E qualcuno, legato indirettamente alla Roma, ne era a conoscenza allora. E anche oggi.
«Non ho evidenza di trattative avanzate», dice sinteticamente Paolo Fiorentino, voce ufficiale di Unicredit. «Seguiamo la vicenda, gestita a tutti i livelli, in continuità e discontinuità dalla famiglia Sensi», ammette il deputy Ceo della Banca. «Ritengo che la famiglia stia valutando le cose giuste da farsi. Il problema è anche capire la profondità dellinteresse. Tutti desidererebbero cose fantastiche, ma poi bisogna scoprire anche la possibilità di realizzarle». Questa non è una smentita. Anche perché Unicredit non vorrebbe far passare lestate. Se la situazione non sarà risolta in tempi brevi, potrebbe intervenire direttamente.
Come partner di minoranza, interessato però agli altri asset di Italpetroli, resta in ballo ancora Tamraz. Mentre non trova conferma il ritorno in pista di due imprenditori romani, Angelini e Angelucci, nomi fatti pure ieri. Stranieri, dunque, più avanti, magari con sponda nella capitale.