CORSPORT - Crediamo non si possa offendere nessuno, se sosteniamo che il rapporto tra proprietà e tecnico negli ultimi tempi abbia toccato il punto più basso da quando luomo di Certaldo è sbarcato a Trigoria. Quel richiamo nel comunicato di sabato notte del presidente, dottoressa Rosella Sensi, «anche Spalletti, in vista dei prossimi due anni di lavoro con noi, dovrà continuare a interpretare il ruolo di motivatore ed educatore dimostrato per tre stagioni a Trigoria» ha detto molto. In sostanza, rivogliamo lo Spalletti che questanno non cè stato. La prima volta della proprietà critica nei confronti del suo allenatore.
Lha detto pure lui, nel dopo partita a Firenze, «io non riesco più a non farli sbagliare» . Dove io è Luciano Spalletti e quelli che non riesce più a non farli sbagliare sono i suoi giocatori, in buona parte gli stessi di un gruppo che gli ha regalato tre anni alla grandissima. E la spia, chiarissima, di una situazione che si è logorata, deteriorata, avvelenata nel corso di questa stagione. Spalletti ha avuto discussioni praticamente con quasi tutta la rosa, sono ormai davvero pochi quelli che possono dire di non avere avuto accesi confronti con lallenatore. Ultimo della serie, David Pizarro, cioè il giocatore che più di ogni ha voluto e avuto a Roma, con il quale giovedì della scorsa settimana ci risulta abbia avuto un confronto non tenero. In precedenza, De Rossi, Doni, Panucci, Cicinho, Totti, Mexes, giusto per ricordare i casi più eclatanti, peraltro mai smentiti anzi confermati dai fatti.Nel viaggio di ritorno in pullman da Firenze, cè stata anche una prolungata chiacchierata sui comportamenti, Spalletti a parlare, De Rossi a replicare, poi di nuovo tecnico e Pizarro ( espulso al « Franchi) a parlare. Il gruppo Roma, quel gruppo che dal ritiro andava a trovare Totti a casa appena operato, quel gruppo che era stato alla base dei successi delle stagioni precedenti, pare proprio che non ci sia più. E pure qui, o si fa chiarezza o continueranno a essere guai.
Fino a qualche settimana fa, Spalletti sicuramente poteva contare su una tifoseria che in buona maggioranza era al suo fianco, se non altro nel ricordo di quello di eccellente che si era fatto nelle precedenti tre stagioni. La sensazione è che le cose stiano cambiando anche in questo senso. Basta fare un veloce zapping tra le varie emittenti radiofoniche della capitale, per rendersene conto: Spalletti è finito sul banco degli imputati, come se il credito che si era costruito nel recente passato si fosse definitivamente esaurito. Gli stessi tifosi fanno fatica a riconoscere lallenatore che hanno applaudito, osannato, ringraziato fino a poco tempo fa. E hanno fatto fatica sin dallinizio della stagione, probabilmente conseguenza di quel viaggio parigino del tecnico che allepoca spiazzò tutti, società e giocatori compresi. Sembra quasi che il tecnico abbia voluto rendersi antipatico a una piazza e a un ambiente che, sin dagli inizi, gli avevano riconosciuto professionalità, serietà, chiarezza, coraggio nelle scelte. Di riflesso, anche il rapporto con i media della capitale è andato sempre più peggiorando con alcuni episodi accaduti nella sala stampa di Trigoria di cui tutti avrebbero volentieri fatto a meno. Eppure ci sono altri due anni di contratto da onorare. O no?
Roma è una piazza difficile, pesante, dura, capace di portarti in trionfo, ma anche in grado di consigliarti a non uscire da casa. Quattro anni da queste parti sicuramente ne valgono quattrocentoquaranta al Chievo, ma certo lo Spalletti di questanno è molto diverso da quello che avevamo conosciuto in passato. Quasi che fosse in conflitto pure con se stesso, forse, proviamo una risposta, primo accusatore di se stesso, nella convinzione che quello che si era raggiunto lo scorso anno, non fosse migliorabile. E, quindi, quasi che si attendesse i problemi affrontati in questa stagione. Dove è finito lo Spalletti coraggioso, intuitivo, innovatore che si è visto nelle sue prime stagioni romane? Che fine ha fatto lallenatore che dopo una sconfitta ( 1- 0 a Empoli) in superiorità numerica, diceva, tranquilli, ho capito tutto?. Dove è rimasto lallenatore in grado di costruire un gruppo Roma applaudito in Italia e in Europa, al punto da entrare nel mirino dei club più importanti? Quello di questanno è stato uno Spalletti controfigura di se stesso, dando limpressione che fosse lui il primo a non piacersi, quasi rassegnato, pur tra alti e bassi, a una deriva senza salvezza, confuso nelle scelte, lento nel riconoscere che la sua Roma, quella dei record, non cera più. Eppure al timone cera sempre lui.




