
Dire se sia un bene o no, lo lascio a voi. Certo è che a me diverte e non poco. Vestono in giacca e cravatta, si perdono in dispute tattiche ai limiti del sofisma, parlano come professori e spesso ottengono come unico risultato quello di farci perdere il sapore di questo sport ingabbiandolo in trappole e artifici dialettici. Poi, dun tratto, la fanno grossa. Parliamo di allenatori, se non fosse chiaro. Quella strana razza che da sempre filtra il calcio attraverso lenti diverse rispetto a tutti gli altri, calciatori o tifosi che siano. Noi vediamo un pallone che rimbalza qua e là calciato da piedi più o meno dotati. Loro, invece, si preoccupano di diagonale, rombo e schemi su calcio piazzato. Gente che spesso è in gamba. Ma altre volte si dimostra un pelino troppo seria per quello che, alla fine, è sempre e solo un gioco.
Eppure anche i grandi maestri nella mirevole arte della complicazione delle cose semplici ogni tanto cascano in tranelli e ci ricordano quanto possa essere divertente questo sport. Negli ultimi giorni ha fatto notizia il battibecco tra due del calibro di Benitez e Ferguson. Il manager del Liverpool da tempo punzecchia quello del Manchester United per le sue sospette attenzioni nei confronti degli arbitri inglesi. E Sir Alex non si è fatto attendere, bacchettando il rivale per il suo comportamento poco sportivo nei confronti del collega Sam Allardyce. Uno screzio non da poco, anche se per nulla paragonabile a quelli che era solito regalare alla stampa britannica il sempre più nostro Special One.
Mourinho se la prese prima di tutti con Ferguson, che a suo dire beneficiava di sorteggi e arbitraggi favorevoli. Poi fu il turno dello stesso Benitez e di Wenger, lunica persona che probabilmente è una tacca sotto Ranieri nella sua scala di preferenze. Per lui il francese era un guardone, il tecnico della Juventus un semplice vecchio. Pensiamoci bene, polemiche da asilo nido che un po smitizzano queste figure spesso seriose ai limiti del ridicolo. Non so se siete daccordo o no, ma vederli amabilmente sbroccare, quando non eccedono i limiti della decenza (ricordiamo a tal proposito loscena lite tra Spalletti e Tare, già argomento di una delle puntate precedenti di questo blog), è una delle cose più belle di questo calcio.
Come dimenticare il mostruoso calcio nel sedere con cui Silvio Baldini diede il benvenuto in Serie A a Mimmo Di Carlo, o il penoso battibecco tra Walter Zenga e uno dei più noti giornalisti nostrani? Senza trascurare chi, come listerico Raymond Domenech, non dimentica mai di darci lezioni di buone maniere.
Tecnici moderni e competitivi. Un po perfettini e impettiti. Che è sempre bello vedere in unaltra prospettiva. Come i buoni e vecchi Trap e Mazzone di una volta...