CORSPORT (CASCIOLI) - Quel che si semina, si raccoglie, perché chi dorme in agosto, ne paga poi il costo. Insomma, cominciata male, la stagione adesso rischia di finire peggio. La squadra continua ad incassare gol. I giocatori continuano a farsi espellere, uscendo fuori di testa. Anche Spalletti ha cominciato a sbagliare. La squadra ottiene sempre meno di quello che merita e questo è forse il segnale più brutto. Eppure tutto il peggio non va preso alla lettera e la squadra non è proprio da buttare.
Alla Roma serviva un forte difensore di fascia e se l'è andato a cercare in Inghilterra, dove si pratica però un football diverso dal nostro, un football estremamente dinamico, dove tutti attaccano e tutti difendono con lo stesso slancio. E così Riise apparve subito spaesato. Attorno a lui parlavano un altro linguaggio. Riise è un buon giocatore ed è stato possibile capirlo quando è stato ridisegnato il suo ruolo, che però non è quello che serviva alla Roma. Errore grave di valutazione tecnica che si è addirittura ripetuto con Motta. Anche lui attacca meglio di quanto non sappia difendere. Il problema di partenza è rimasto irrisolto, complicandosi poi con la partenza di Ferrari, l'usura di Cassetti e Tonetto, con gli infortuni di Juan, le squalifiche di Mexes, l'ammutinamento di Panucci, l'acquisto (anche questo sbagliato) di Loria. I buchi della difesa sono tanti da impedirci di valutare onestamente il campionato di Doni, anche lui condizionato da molti microinfortuni. E poi il portiere è come la moglie di Cesare: non si critica mai. Quando non va più, si ripudia. Ma di buoni portieri ripudiati dalla Roma sono già piene le fosse (leggi Antonioli, leggi Curci) per spingerci a fare altre vittime.
Totti, in permanente convalescenza, non è poi mai stato al meglio, trascinando eroicamente la gamba per tutta la stagione. Ma il suo è stato sino a un certo punto l'eroismo dei disperati. 'Meglio sempre Totti con una gamba sola', si è detto e ripetuto sino all'autolesionismo, senza valutare quello che la squadra perdeva in termini di convinzione, abituata com'era a considerare Totti un 'valore' aggiunto, non un 'timore' aggiunto, da salvaguardare e proteggere. Intanto la Fiorentina, negato alla Roma Mutu, si era rinforzata con Giardino. Il Genoa aveva scoperto il fenomeno Milito, mentre la Roma, dopo aver perso troppo tempo dietro a Mutu (affare divulgato è mezzo rovinato), restava vittima, per la fretta, di due costosissimi abbagli. Da Menez non ha cavato un ragno dal buco. Mentre Baptista, pur essendosi rivelato in qualche modo coerente agli schemi della Roma, non è certo (e lo si sapeva) l'attaccante capace di catapultare la squadra verso i suoi traguardi ambiziosi. E così si è perso un anno e si è smarrito il bandolo. Nel frattempo i problemi sono aumentati, perché Totti non potrà essere in eterno l'uomo dei miracoli e perché qualcosa si è rotto anche negli equilibri dello spogliatoio. E' difficile risolvere tutto con un ritiro forzato, ma la società in qualche modo deve intervenire. Anche di fronte ai possibili acquirenti, qualche colpo lo deve pur battere per far sentire che c'è.