Difficile risolvere tutto con un ritiro forzato

27/04/2009 alle 16:06.

CORSPORT (CASCIOLI) - Quel che si semina, si racco­glie, perché chi dorme in agosto, ne paga poi il costo. In­somma, cominciata male, la sta­gione adesso rischia di finire peggio. La squadra continua ad incassare gol. I giocatori conti­nuano a farsi espellere, uscendo fuori di testa. Anche Spalletti ha cominciato a sbagliare. La squa­dra ottiene sempre meno di quello che merita e questo è for­se il segnale più brutto. Eppure tutto il peggio non va preso alla lettera e la squadra non è pro­prio da buttare.


Alla Roma serviva un forte di­fensore di fascia e se l'è andato a cercare in Inghilterra, dove si pratica però un football diverso dal nostro, un football estrema­mente dinamico, dove tutti at­taccano e tutti difendono con lo stesso slancio. E così Riise ap­parve subito spaesato. Attorno a lui parlavano un altro linguag­gio. Riise è un buon giocatore ed è stato possibile capirlo quando è stato ridisegnato il suo ruolo, che però non è quello che servi­va alla Roma. Errore grave di valutazione tecnica che si è ad­dirittura ripetuto con Motta. An­che lui attacca meglio di quanto non sappia difendere. Il proble­ma di partenza è rimasto irrisol­to, complicandosi poi con la par­tenza di Ferrari, l'usura di Cas­setti e Tonetto, con gli infortuni di Juan, le squalifiche di Mexes, l'ammutinamento di Panucci, l'acquisto (anche questo sbaglia­to) di Loria. I buchi della difesa sono tanti da impedirci di valu­tare onestamente il campionato di Doni, anche lui condizionato da molti microinfortuni. E poi il è come la moglie di Ce­sare: non si critica mai. Quando non va più, si ripudia. Ma di buo­ni portieri ripudiati dalla Roma sono già piene le fosse (leggi An­tonioli, leggi Curci) per spinger­ci a fare altre vittime.


, in permanente convale­scenza, non è poi mai stato al meglio, trascinando eroicamen­te la gamba per tutta la stagione. Ma il suo è stato sino a un certo punto l'eroismo dei disperati. 'Meglio sempre con una gamba sola', si è detto e ripetu­to sino all'autolesionismo, senza valutare quello che la squadra perdeva in termini di convinzio­ne, abituata com'era a conside­rare un 'valore' aggiunto, non un 'timore' aggiunto, da sal­vaguardare e proteggere. Intan­to la
, negato alla Ro­ma Mutu, si era rinforzata con Giardino. Il aveva sco­perto il fenomeno Milito, mentre la Roma, dopo aver perso troppo tempo dietro a Mutu (affare di­vulgato è mezzo rovinato), resta­va vittima, per la fretta, di due costosissimi abbagli. Da Menez non ha cavato un ragno dal bu­co. Mentre Baptista, pur essen­dosi rivelato in qualche modo coerente agli schemi della Ro­ma, non è certo (e lo si sapeva) l'attaccante capace di catapul­tare la squadra verso i suoi tra­guardi ambiziosi. E così si è per­so un anno e si è smarrito il ban­dolo. Nel frattempo i problemi sono aumentati, perché non potrà essere in eterno l'uo­mo dei miracoli e perché qual­cosa si è rotto anche negli equi­libri dello spogliatoio. E' difficile risolvere tutto con un ritiro forza­to, ma la società in qualche mo­do deve intervenire. Anche di fronte ai possibili acquirenti, qualche colpo lo deve pur batte­re per far sentire che c'è.