CORSPORT - Amare le dichiarazione dell'ex medico sociale, Mario Brozzi, dalle pagine odierne del quotidiano romano. Queste nel dettaglio le sue esternazioni in merito alla sua dipartita dalla società giallorossa. Convocato dalla società mi presentai la mattina del 16 gennaio presso gli uffici di Via Cave di Aurelio. Cerano la terzogenita Sensi, Silvia, e la Mazzoleni. Mi consegnarono una lettera dicendomi che sapevo perché ero lì ma io risposi che invece non lo sapevo. Sono stato mandato via in un minuto, venticinque anni di Roma via in un minuto. Silvia provò a dire che negli ultimi tempi mi vedevano distratto, lho interrotta dicendo che io ero Mario Brozzi e che non potevo essere un problema.
Convocato dalla società mi presentai la mattina del 16 gennaio presso gli uffici di Via Cave di Aurelio. Cerano la terzogenita Sensi, Silvia, e la Mazzoleni. Mi consegnarono una lettera dicendomi che sapevo perché ero lì ma io risposi che invece non lo sapevo. Sono stato mandato via in un minuto, venticinque anni di Roma via in un minuto. Silvia provò a dire che negli ultimi tempi mi vedevano distratto, lho interrotta dicendo che io ero Mario Brozzi e che non potevo essere un problema. E me ne sono andato. Negli ultimi 6 mesi mi avevano vietato di parlare, era un periodo in cui si diceva di tutto sul settore medico della Roma, in pratica mi impedivano di difendermi. Intervenni una mattina ad una Radio locale e mi hanno multato di 1900 euro.
Ci sono stati dissapori con Spalletti, come ci sono stati con Capello. Quando si lavora ci può stare che ci siano punti di vista differenti. Basta parlare e saper ascoltare, poi si chiarisce tutto. A Luciano voglio bene. Voglio essere suo amico in una vita futura, possiamo avere punti di disaccordo perché siamo uguali, intelligenti e permalosi.
Non molto prima di andarsene, Franco Sensi mi disse che sarei stato il medico della Roma a vita. Sapeva che avevo onorato lunico obbligo che mi aveva imposto prima di affidarmi la prima squadra, ossia rispettare le regole. Lho fatto. La Roma è stata una delle pochissime squadre a non aver problemi con il doping. Rosella invece è stata come una sorella, mi chiamava a qualsiasi ora del giorno e della notte, rispondevo sempre presente. Ho la sua dedica per i miei 50 anni dove dice: al fratello che non ho mai avuto, con stima ed affetto. Tutto è stato ucciso da quello che è accaduto.
Io colpevole dei tanti infortuni? Ho fatto il mio lavoro al cento per cento della mia professionalità. Lavorando può capitare che qualcosa non vada come previsto. Al contrario ci sono tanti episodi che attestano la professionalità dello staff medico della Roma come il recupero di Emerson nellestate del 2000.




