
LA STAMPA - Non solo leliminazione dalla Champions: cè anche qualche noia con il fisco nei pensieri dei dirigenti della Roma. LAgenzia delle entrate ha infatti contestato una serie di violazioni, per somma complessiva compresa tra uno e due milioni di euro, ai quali, una volta concluso il procedimento amministrativo, andranno aggiunte le sanzioni. Sanzioni che, in caso esito sfavorevole alla società, andranno a pesare sui conti giallorossi. Tutto è iniziato con le indagini della procura di Torino sui compensi di Fabio Capello. Linchiesta penale, emersa nella primavera del 2008, è stata nel frattempo trasferita alla procura di Roma. Prima del «trasloco» il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha inviato, nellambito dello stesso filone, una «segnalazione» ai colleghi romani.
Che nel settembre 2008 fanno visita una prima volta alla società, per verificare il corretto versamento delle ritenute in relazioni ai compensi dellex allenatore. Qualche settimana dopo, in ottobre, la Gdf si presenta nuovamente, questa volta per un controllo più approfondito. Nel mirino del nucleo di polizia tributaria di Roma finiscono infatti i compensi a calciatori e procuratori, in particolare la contabilizzazione dei costi relativi alle fatture passive inerenti al pagamento delle procure sportive agli agenti per lingaggio dei calciatori. Gli accertamenti riguardano tutto il periodo compreso tra il 2002 e il 2006 e interessano sia le imposte dirette che il versamento dellIva e sono, per una parte consistente, ancora in corso.
La parte già arrivata alla conclusione, per la quale è stato avviato il procedimento formale con linvio degli avvisi di accertamento - cinque in totale, recapitati a Trigoria tra la fine di dicembre e linizio di gennaio - riguardano presunte violazioni per Iva e ritenute alla fonte per gli anni fiscali 2002 e 2003. Per lesercizio sociale 2002 / 2003 - la Roma come diverse società di calcio chiude lesercizio al 30 giugno di ogni anno - viene contestata anche una presunta violazione sullIrap. Ancora in corso sarebbero invece le verifiche per gli esercizi 2003/2004 e 2004 / 2005 e per gli anni fiscali fino al 2006. Silenzio della società, che comunque non ha effettuato accantonamenti specifici a bilancio per le contestazioni ma che ha intenzione di far valere «le proprie ragioni nelle sedi opportune».