Julio Baptista: "Più fai bene in campo, più la gente ti ama"

18/02/2009 alle 16:14.

SKY SPORT - Julio Baptista parla di se', dei successi con la nazionale brasiliana, del suo rapporto con i tifosi giallorossi che l'hanno da subito innalzato a idolo grazie, soprattutto, alla rete siglata nel derby ma anche per altri goal, spettacolari e decisivi, come quelli col Bordeaux, col Torino e con il Genoa...

E’ vero che sei nato da centravanti?

“Sì, è vero. Il mio esordio è stato come punta centrale, come centravanti. Poi un allenatore che è stato molto importante nella mia vita e che si chiama Pita, nel San Paolo è stato un giocatore importante e in Brasile è molto famoso. Lui mi disse: ‘Hai molte qualità per diventare un calciatore, però adesso ho tanti giocatori in quella posizione per cui tu non partiresti titolare. Credo che ora sia meglio per te giocare un po’ più indietro, come seconda punta o trequartista, arrivando sempre in porta ma giocando più arretrato, più in copertura. Così puoi imparare a giocare a calcio e a vedere il gioco in tutto un altro modo. Per te sarà una crescita incredibile’, ed è stato effettivamente così, era la verità. Dopo che ho cambiato posizione sono passato dalla panchina ad essere titolare indiscutibile. Ho giocato tutte le partite, ho vinto un coppa e dopo sono diventato un professionista. Molti di questi giocatori che erano delle giovani stelle a quei tempi non sono arrivati dove sono arrivato io”.

Sulla vittoria della Coppa America con il Brasile.

“Partimmo per la coppa America con una buona squadra. Però in Brasile è molto complicato, c’è molta attenzione verso il calcio. E visto che l’Argentina si presentava con i giocatori migliori, noi invece arrivavamo senza Ronaldinho e senza Kaka. Ci consideravano una squadra normale, che non sarebbe arrivata da nessuna parte e che di certo non avrebbe vinto. Era una squadra che non veniva considerata e credo che questo ci abbia dato ancora più forza per conquistare questa competizione”.

Come vivi il rapporto con il tifo passionale di Roma?

“La vivo molto bene, penso che questo sia il prezzo della celebrità, che una cosa includa l’altra. Ho trovato una à e dei compagni che mi stanno aiutando ad adattarmi a fare in modo che le cose vadano sempre meglio. Credo che sia normale che più fai bene in campo, più la gente ti ami”.

Hai mai incontrato nella tua carriera un calciatore con cui ti intendevi perfettamente?

“Daniel Alves, era incredibile. Una cosa incredibile. Era un laterale ma molto offensivo, faceva la sua giocata e mi trovava sempre, o trovava qualcun altro smarcato. Anche quando non mi smarcavo mi dava la palla perfetta. Ho segnato il cinquanta per cento dei gol sui suoi passaggi, lo dico sinceramente”.

La Roma ha una tradizione molto forte di brasiliani. Te la senti questa responsabilità?

“Penso che quello che hanno fatto loro nel passato ci ha aiutato molto. Aver giocato nella Roma e aver lasciato un segno nella storia di questa società mi fa lavorare bene, mi dà tranquillità. Alla gente piacciono i giocatori brasiliani, pensano che possano migliorare il gioco della Roma”.

Che rapporto hai con la musica? C’è qualche canzone italiana che ogni tanto ascolti?

“Mi piace poter parlare di musica che, in fondo, è come parlare della propria vita. Visto che sono sempre stato un appassionato di musica conosco Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Però Luciano Pavarotti è stato un artista incredibile e chiunque ha potuto vederlo”.

Sul soprannome la Bestia.

“E’ un soprannome che mi hanno dato il primo anno con il Siviglia. Nella seconda o terza partita che ho fatto, credo fosse precampionato, il presidente del Siviglia disse qualcosa sul mio fisico, cioè che è difficile trovare giocatori con certe caratteristiche e disse una parola. Non mi ricordo che parola e poi: “La Bestia”. Poi tutti cominciarono a chiamarmi così. Questo soprannome mi ha accompagnato in tutta la mia carriera. E’ totalmente differente da come sono, dalla mia personalità. E’ una cosa che piace alla gente. Anche a me piace, ma in campo. Fuori dal terreno di gioco è un’altra cosa”.