
LA STAMPA - Secondo il quotidiano di Torino lemiro presidente del Manchester City Mansour bin Zayed al Nahyan vistosi negare Kaka dal Milan ora punta diversi obiettivi tra cui due giocatori che conosciamo molto bene. Ci sono due uomini che girano lEuropa con una valigetta da 100 e passa milioni di euro. Se suonano alla vostra porta, non pensateci su troppo e fateli entrare: comunque vada, vi cambieranno la vita. Gary Cook e Simon Pearce sono presidente esecutivo e consigliere del Manchester City: insieme, hanno una voglia matta di fare shopping. Il pezzo grosso, Kakà, lavevano già in mano, ma si sono ritrovati su Scherzi a parte: così la liquidità è rimasta intatta, la causale della missione anche. «Non tornate a mani vuote» ha detto loro Mansour bin Zayed al Nahyan, lemiro azionista del City, che ha deciso di mettere a soqquadro le gerarchie economiche europee, sperando prima o poi di farlo anche con quelle tecniche: abortito il colpo del secolo, lacquisto di Kakà, la sponda magra di Manchester spera almeno in quello dellanno. Bellamy e De Jong eccitano i tifosi quanto un piatto di zucchine bollite e allora bisogna buttarsi sul piano B. Subito o, al più tardi, entro giugno.
LA STAMPA - Secondo il quotidiano di Torino lemiro presidente del Manchester City Mansour bin Zayed al Nahyan vistosi negare Kaka dal Milan ora punta diversi obiettivi tra cui due giocatori che conosciamo molto bene.
Ci sono due uomini che girano lEuropa con una valigetta da 100 e passa milioni di euro. Se suonano alla vostra porta, non pensateci su troppo e fateli entrare: comunque vada, vi cambieranno la vita. Gary Cook e Simon Pearce sono presidente esecutivo e consigliere del Manchester City: insieme, hanno una voglia matta di fare shopping. Il pezzo grosso, Kakà, lavevano già in mano, ma si sono ritrovati su Scherzi a parte: così la liquidità è rimasta intatta, la causale della missione anche. «Non tornate a mani vuote» ha detto loro Mansour bin Zayed al Nahyan, lemiro azionista del City, che ha deciso di mettere a soqquadro le gerarchie economiche europee, sperando prima o poi di farlo anche con quelle tecniche: abortito il colpo del secolo, lacquisto di Kakà, la sponda magra di Manchester spera almeno in quello dellanno. Bellamy e De Jong eccitano i tifosi quanto un piatto di zucchine bollite e allora bisogna buttarsi sul piano B. Subito o, al più tardi, entro giugno.
Così tra i club italiani crescono cattivi pensieri e desideri. Di sentirsi chiamare dalla Cook&Pierce. Perché non tutti sono come il Milan e chissà quanti dirigenti italiani avranno dato del fesso ad Adriano Galliani, front man rossonero nella mischia e veloce come Bolt nel lasciare la ribalta a Silvio Berlusconi, per non aver incassato il malloppo del City.
Il fatto è che a guardare il nostro campionato non sono poi così tanti i bignè di qualità: le voci su Buffon rimbalzano dallItalia allInghilterra, mai una volta però che abbiano sfiorato la Juventus. E allora, chi altri? Ibra ha da poco incassato un vitalizio da Moratti, chi glielo fa fare di sporcarsi la carriera al City? Cassano? Troppo vecchio. Milito? Ecco, qui basterebbe suonare al citofono, sicuri che Preziosi aprirebbe. Salvo poi dover cambiare identità, sesso e partita iva per non farsi più riconoscere dalla curva rossoblù. E Totti? «Mi piace molto» dice in unintervista al Sole 24ore Khaldoon Khalifa al-Mubarak, amministratore delegato del fondo sovrano Mubadala, la cassaforte da 10 miliardi di dollari con cui Abu Dhabi investe nello sport, e presidente del City. Ma il Pupone non uscirebbe dal raccordo anulare nemmeno sotto tortura. Tranquilli, però, da qualche parte devono spendere. E allora fatevi trovare in casa e, soprattutto, offritegli un caffè.
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