IL GIORNALE - Lombra delle scommesse sullultimo scudetto dellInter. In un rapporto inviato dalla polizia giudiziaria alla Procura della Repubblica di Milano, e da questa depositato agli atti, viene ricostruito per filo e per segno landamento delle ultime giornate del campionato di serie A 2008-2009. Si avanzano esplicite riserve sulla trasparenza delle scelte tecniche dellInter in quelle fatidiche giornate, quando uno scudetto ormai praticamente vinto rischiò di sfuggire dalle mani dei nerazzurri. Si critica la scelta di non schierare Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic nelle partite cruciali. E si dice, nero su bianco, che il giro delle scommesse venne avvantaggiato dalle scelte della società milanese.
Il rapporto è stato ordinato alla polizia giudiziaria dal sostituto procuratore Stefano Civardi, che indaga sulla fuga di notizie che nel maggio scorso portò sulle pagine di Giornale e Corriere della sera le telefonate tra il pregiudicato Domenico Brescia - che di lì a pochi giorni sarebbe stato arrestato per traffico di droga - e alcuni uomini di punta della squadra Campione dItalia: tra questi, lallenatore Roberto Mancini, il capitano Javier Zanetti, il nazionale Marco Materazzi. Ma lindagine non si è fermata alla caccia dei presunti responsabili della fuga di notizie. Con delega alla polizia, il pubblico ministero ha dato ordine di ricostruire cosa accadde nelle ultime giornate del campionato scorso. Con quali obiettivi? Con quali risultati? Lunica certezza è che gli accertamenti compiuti dalla polizia giudiziaria non sono stati ritenuti del tutto irrilevanti, tanto che il rapporto è stato accluso agli atti conclusivi dellinchiesta depositati nelle scorse settimane.
Il rapporto di tre pagine è basato prevalentemente su «fonti aperte», cioè pubbliche. È centrato sulla corsa a due tra Inter e Roma per la conquista dello scudetto, sulle oscillazioni del distacco tra le due formazioni e sullimpatto che queste ebbero sul business delle scommesse. Il rapporto analizza come gli allibratori - che a partire dalla metà del girone di ritorno sembravano dare per cosa fatta lo scudetto allInter, tanto da non accettare più puntate sulla formazione di Mancini - riaprano le quotazioni quando il distacco si riduce, arrivando persino a fare per favorita la Roma.
Dalla lettura del rapporto si intuisce che lipotesi investigativa - mai esplicitata a chiare lettere, ma inequivocabile nella sostanza - è che lInter abbia rallentato deliberatamente la sua corsa al titolo, e che tra i motivi di questo comportamento autolesionista possano esserci rapporti di singoli tesserati nerazzurri con il mondo delle scommesse. E non è un caso che a essere chiamati in causa con nome e cognome siano due tesserati dellInter che risultano in contatto telefonico con il pregiudicato Brescia. Il tecnico Roberto Mancini («la strana scelta di Mancini») e il difensore centrale Materazzi, che nellincontro col Siena impedisce al rigorista titolare Julio Cruz di calciare un penalty, incaricandosi dellesecuzione. E sbagliando.
È chiaro che non basta così poco per accusare Mancini, Materazzi o nessun altro di essersi messi al soldo degli allibratori. E infatti - almeno per quanto risulta ufficialmente - non vi sono procedimenti aperti a carico di nessuno. Ma del rapporto impressiona la minuzia con cui si addentra nelle scelte tecniche della panchina nerazzurra. E come le inserisce in una vicenda apparentemente inspiegabile, in cui in una situazione di classifica «con un distacco totale di 10 punti, tale da far accreditare la vittoria del campionato sicura allInter da parte di tutti gli organi di stampa e media radiotelevisivi» fa irruzione un brusco cambiamento di scenario in cui «vi è la sensazione che la squadra dellInter una volta raggiunto un certo vantaggio abbia tenuto un comportamento atto a programmare un lento riavvicinamento degli avversari».




