IL ROMANISTA - Ventuno giorni senza una partita con i punti in palio. Uneternità per i tifosi che sono ormai in piena crisi dastinenza da pallone, abbastanza anche per i giocatori che hanno potuto farsi delle lunghe vacanze a casa, in famiglia, al caldo o dove meglio hanno creduto. Tempo per ricaricare le pile ce ne è stato, ora è tempo di mettere tanta benzina nel motore, perché servirà tutta. Da domenica sera, infatti, inizierà per tutti (e per la Roma ancora più degli altri) un vero tour de force. Ventidue giorni terribili che (Champions a parte) decideranno le sorti della stagione giallorossa. Dal Milan alla sfida del primo febbraio e Reggio Calabria, 22 giorni appunto, e sette partite. Alla media di una ogni 3,1 giorni.
Uneternità per i tifosi che sono ormai in piena
crisi dastinenza da pallone, abbastanza anche
per i giocatori che hanno potuto farsi delle lunghe vacanze
a casa, in famiglia, al caldo o dove meglio hanno
creduto. Tempo per ricaricare le pile ce ne è stato, ora è
tempo di mettere tanta benzina nel motore, perché servirà
tutta. Da domenica sera, infatti, inizierà per tutti (e
per la Roma ancora più degli altri) un vero tour de force.
Ventidue giorni terribili che (Champions a parte) decideranno
le sorti della stagione giallorossa. Dal Milan alla
sfida del primo febbraio e Reggio Calabria, 22 giorni
appunto, e sette partite. Alla media di una ogni 3,1 giorni.
E con lobbligo di non sbagliare praticamente mai,
perché la squadra di Spalletti il bonus di passi falsi se lo
è già giocato abbondantemente con il disastroso inizio
di stagione con laggiunta dellinatteso scivolone di Catania
che ci ha rovinato le feste. Ma dallaltro lato la Roma
ha una grande opportunità, quella di cancellare quasi completamente, e definitivamente, la crisi in soli quattro
giorni, tra domenica e mercoledì prossimo.
Prima la sfida con i rosssoneri, poi con la Samp nel recupero
della partita della nona giornata sospesa per pioggia.
Sei punti a disposizione, mentre tutte le avversarie
ne potranno fare al massimo 3, e basterà che la Fiorentina
faccia un passo falso contro il Lecce o la Juve contro
il Siena, o ancora il Napoli contro il Catania per ridurre
di cinque o sei lunghezze il distacco su chi ci sta davanti.
Di sicuro, vincendole entrambe saremmo certi di arrivare
a soli quattro punti dai rossoneri che al momento
occupano la terza posizione solitaria in classifica. Quattro
punti, nulla se si pensa che di fronte cè ancora più di
un intero girone. Insomma, il 14 gennaio potremmo
aver praticamente cancellato tutto settembre e ottobre.
Ma la fatica sarebbe comunque solo allinizio. Perché prima
di poter rifiatare un istante bisognerà affrontare altre
cinque partite, quasi tutte ampiamente alla portata
della Roma, almeno quella dellultimo mese e mezzo.
Nellordine: il 18 andremo allOlimpico di Torino per
affrontare i granata, il 21 a San Siro in Coppa Italia con
lInter (o a Marassi col Genoa), il 25 al San Paolo con il
Napoli, il 28 torneremo a giocare in casa nel turno infrasettimanale
contro il Palermo, per poi chiudere la serie
nel primo giorno di febbraio a Reggio Calabria contro la
Reggina. Di queste solo col Milan e con il Napoli (la Coppa
è un discorso a parte) appaiono sulla carta complicate.
Si può dunque immaginare, o per lo meno sperare,
che tra 22 giorni ci troveremo a parlare di una Roma rientrata
pienamente nella corsa al quarto posto. Senza però
fissare un obiettivo di punti da raggiungere, ma semplicemente
affrontando una partita dopo laltra con lo spirito
che aveva consentito di mettere a segno la serie pre
Catania. «Noi giochiamo e lottiamo per vincerne anche
più di 11» aveva detto Spalletti, in riferimento al record
delle vittorie consecutive stabilito nel 2006, dopo il successo
sul Bologna che aveva fruttato il passaggio ai quarti
di Coppa Italia. La cavalcata, invece, si è interrotta al
Massimino. Ma è stata solo una parentesi. Si può e si deve
ricominciare a vincere: una, due, tre di seguito, magari
fino a sette. Tutto in apnea. E tra 22 giorni se ne riparla.