Anche in Iran tifano per il capitano giallorosso

20/01/2009 alle 16:04.

CORSPORT - L’immagine sorri­dente di Francesco Totti campeggiava in una edicola di Shiraz, una bellissima città dell’Iran, sulla prima pagina di un mensile sporti­vo. Incuriositi, un gruppo di turisti ( e tifosi giallorossi) italiani ha chiesto alla loro guida se poteva tradurre le righe di commento a fianco della foto. «Totti, il più for­te calciatore italiano, si è infortunato ad una gamba e dovrà restare fermo per un mese » , questa la traduzio­ne. Poi la guida ha spiegato che in Iran il calcio europeo ha molto seguito, quello ita­liano in particolare perché « è il più tecnico di tutti » .


CORSPORT - L’immagine sorri­dente di campeggiava in una edicola di Shiraz, una bellissima à dell’Iran, sulla prima pagina di un mensile sporti­vo. Incuriositi, un gruppo di turisti ( e tifosi giallorossi) italiani ha chiesto alla loro guida se poteva tradurre le righe di commento a fianco della foto. «, il più for­te calciatore italiano, si è infortunato ad una gamba e dovrà restare fermo per un mese » , questa la traduzio­ne. Poi la guida ha spiegato che in Iran il calcio europeo ha molto seguito, quello ita­liano in particolare perché « è il più tecnico di tutti » .

Sfogliando la rivista da de­stra a sinistra - è un mensi­le e si chiama Sole - all’in­terno ci sono le foto di Ibra­himovic, Del Piero, Buffon (con Alina), Beckham, Ka­kà, Milito. Poi di nuovo Tot­ti con in braccio il figliolet­to Christian. Sfogliando an­cora il magazine ecco poi l’altra sezione, quella con gli altri campionati euro­pei: , Cristiano Ronaldo con il Pallone d’Oro, Lampard, David Vil­la.

Da tempo ormai campio­ni dello sport, per la loro vi­sibilità assoluta sono veri ambasciatori dei loro Paesi in tutto il mondo. Uno dei primi fu Paolo Rossi, l’eroe azzurro in Spagna. In Cina gli italiani venivano accolti con le parole «Paolo Rossi Italia» e un sorriso di com­piacimento. Francesco Tot­ti, che è ambasciatore del­l’Unicef, è adesso il nostro campione più riconosciuto e ammirato.



Emblematico l’episodio che capitò a Giuliana Sgre­na, la giornalista del Mani­festo sequestrata a Bagdad alcuni anni fa. Nella mobili­tazione per la sua liberazio­ne anche il calcio italiano si schierò e in una giornata di campionato tutte le squa­dre entrarono in campo con una maglietta con la scritta ” Giuliana libera”. Quelle immagini furono viste an­che dai carcerieri di Giulia­na, laggiù a Bagdad, e uno di loro, rompendo l’ordine del silenzio verso la prigio­niera, si rivolse ammirato verso la Sgrena dicendole che non sapeva che lei co­noscesse , un campio­ne che lui adorava. In real­tà Giuliana non conosceva “ direttamente” . Ma quel gesto del capitano giallorosso ( e degli altri calciatori) le giovò perché notò un atteggiamento di­verso nei suoi confronti da parte dei carcerieri.