
IL ROMANISTA - Cinque vittorie e un pareggio. Fu questo lo score della Roma nel gennaio scorso. Una partenza sprint che permise di mettere le basi per la rimonta in campionato sull'Inter, che non si è conclusa felicemente solo per un soffio (meglio chiamarlo così per non riaprire vecchie ferite legate agli arbitraggi) e per lanciarsi verso la coppa Italia poi vinta proprio contro i nerazzurri nella finale dell'Olimpico. Ma l'exploit di 12 mesi fa non è propriamente un'abitudine nella storia, per lo meno quella recente, giallorossa. Spesso, infatti, alla ripartenza dopo la sosta natalizia, con il panettone a pesare ancora sulle gambe e magari con il livello di concentrazione non ancora al massimo, sono arrivate delle cocenti delusioni, dei passi falsi assolutamente inaspettati.
La conferma arriva andando a ripercorrere il ruolino di marcia della Roma negli ultimi dieci anni. La carrellata parte con il brutto 2-2 casalingo contro il Piacenza nel 1999. Nei tre campionati successivi, quelli a cavallo del terzo scudetto, inanellammo invece una serie di tre vittorie consecutive: dapprima un 3-1 al Bari, poi il 2-0 a Bergamo contro l'Atalanta e infine l'1-0 all'Olimpico contro il Torino. Ma la pacchia durò poco perché erano in arrivo tre brutti ko: nel 2002-2003 perdemmo in casa contro il Chievo (1-0), nel 2003-2004 andò anche peggio perché a batterci fu il Milan nella sfida scudetto contro quella Roma, l'ultima di Capello, che fino a quel punto era stata praticamente perfetta. La fuga di fatto finì lì e anche i sogni tricolori. Nel 2004-2005, la stagione orribile dei 5 allenatori e della Serie B evitata proprio all'ultimo, ci fu invece la sconfitta per 3-1 nel derby.
Poi però è arrivato Spalletti, e con lui quella brutta serie si è interrotta. Con lui, alla ripresa (meglio toccare immediatamente ferro) non abbiamo mai perso. Nel 2005-2006 ci fu la vittoria di misura a Treviso con il primo gol in Serie A di Alberto Aquilani. Nel 2006-2007 andò meno bene, perché il pareggio di Messina (1-1) valse come una sconfitta consentendo all'Inter capolista di allungare portandosi a +9 e costringendo noi a rinunciare alle speranze di recupero. Nel gennaio scorso ricominciammo da Bergamo, come nell'anno del terzo scudetto e arrivò un 2-1 firmato da Totti e Mancini, con il brasiliano che proprio in quei giorni tirò fuori le ultime belle prestazioni della sua carriera in giallorosso. Lo score del decennio dice: 5 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. C'è dunque curiosità di vedere cosa succederà il prossimo 11 gennaio contro il Milan. Curiosità anche di scoprire anche come si evolverà il rendimento di Luciano Spalletti dopo le soste, tutte, non solo quelle natalizie. Dal momento del suo arrivo sulla panchina romanista, fino ad oggi, il risultato è in perfetto equilibrio con 6 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte. In passivo, invece, il conteggio relativo solo a questa stagione con una vittoria, a novembre a Lecce (3-0) e due brutti scivoloni a settembe (3-1 a Palermo) e ottobre (0-4 con l'Inter). Ma quella era una Roma diversa, una squadra che ancora non riusciva a vedere la luce in fondo al tunnel della crisi. Ora è un'altra storia, c'è un'altra convinzione e la sensazione che contro il Milan possa scapparci un bel risultato. Almeno si spera.