LEGGO - La riscossa della Roma è stata segnata da tappe fondamentali quali il ritorno del vero Totti, il decollo di Brighi, la crescita di Baptista e lesplosione di Jeremy Menez. Il tutto condito da spirito di squadra, recupero di energie e motivazione, grinta e carattere, fiducia in sé e risultati.
Il processo di metamorfosi deciso da Spalletti con laddio al 4-2-3-1 ed il varo del 4-3-2-1 si può dire ormai definitivamente perfezionato dal decollo di Menez che ha stupito e conquistato tutti. Jeremy ha finalmente unito al formidabile tocco di palla la concretezza di gol e assist ed ha così coperto il buco delle troppe assenze di Pizarro. Senza il cileno, soprattutto in Europa, è inutile e dannoso il possesso palla.
I numeri aiutano a capire comè cambiata la partita tipo dei giallorossi: secondo le statistiche Uefa, la Roma nelle sei partite del girone di Champions ha mediamente tenuto il pallone tra i piedi solo per il 46% del tempo; in campionato, invece, la media nelle 14 gare giocate è del 53,07% (fonte Lega Calcio).
Per chiarire, ecco listantanea delle ultime due partite con squadre e necessità decisamente diverse: contro il Chievo la Roma ha vinto 1-0 tenendo palla per il 62%; martedì ha superaro 2-0 il Bordeaux controllando il pallone solo per 2142, ovvero il 39% del tempo effettivo di gioco.
La Roma, anche grazie a Menez, ora può scegliere se essere formica o cicala e, per sopravvivere a lungo, soprattutto in Europa, lo spirito di adattamento è indispensabile.
La metamorfosi della Roma spiegata attraverso il possesso palla:
CHAMPIONS LEAGUE
Roma-Cluj 1-2 (possesso: 55% a 45%)
Bordeaux-Roma 1-3 (55% a 45%)
Chelsea-Roma 1-0 (58% a 42%)
Roma-Chelsea 3-1 (43% a 57%)
Cluj-Roma 1-3 (47% a 53%)
Roma-Bordeaux 2-0 (39% a 61%)
CAMPIONATO (dal Derby in poi)
Roma-Lazio 1-0 (49% a 51%)
Lecce- Roma 0-3 (46% a 54%)
Roma-Fiorentina 1-0 (52% a 48%)
Chiedo- Roma 0-1 (38% a 62%)