Clicky

Tucci (OdG): "Peggio di una dittatura"

25/11/2008 alle 18:56.

IL ROMANISTA - «Qualsiasi mordacchio alla stampa, in qualsiasi momento, è sempre sbagliato. Ma così è peggio di una dittatura». È questa, in sintesi, la reazione del presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci, di fronte alla presa di posizione della Roma. Dopo le notizie pubblicate dal

«Certamente, leggo tutti i giornali ogni giorno. Il Romanista ha avuto delle notizie, le ha verificate e le ha pubblicate».

E della reazione della società che cosa ne pensa?

«Qualsiasi mordacchio alla stampa, in qualsiasi momento, è sempre sbagliato. Basterebbe ricordare come inizia l'articolo 21 della costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". Anche Berlusconi parla con i giornali di sinistra e Veltroni parla con i giornali di destra. Un atteggiamento come quello assunto dalla Roma è fuori luogo. Così è peggio di una dittatura».

Ed è già in atto da tempo. Al Romanista non vengono concesse interviste esclusive ai giocatori della Roma da più di un anno e mezzo.

«Lo so bene. Scrissi anche una lettera indirizzata alla società insieme al presidente dell'USSI Ferrajolo, chiedendo la fine di questo stato di cose. Ma non c'è mai stata una risposta».

Come si spiega questo atteggiamento?

«Non me lo spiego. Ed è un caso unico. Lotito è criticato in continuazione, ma risponde per le rime. Galliani non si tira mai indietro. Moratti lo vedi sempre sotto il suo ufficio, pronto a parlare con tutti».

È un problema specifico di come viene gestita la comunicazione sulla Roma? Le parole di Conti sono molto simili a quelle che si sentono ogni giorno in una radio.

«Ci sono atteggiamenti eccessivi e c'è troppa acredine. Quando si è davanti a un computer o a un microfono, non bisognerebbe ragionare per ideologie, ma lasciarle da parte. E' quello che cerco di spiegare ad ogni praticante o pubblicista alle prime armi».

Si dice che il nostro giornale faccia il male della Roma.

«Se anche la società la pensasse così, dovrebbe comportarsi all'opposto. Non bisognerebbe chiudersi verso chi ti critica, ma parlare, anzi, soprattutto con chi ti critica. Perché in questo modo parli anche ai lettori, e quindi ai tifosi, del giornale che ti critica. Così sarebbe la società stessa a fare il bene della Roma».

Forse si pensa che bastino giornali senza critiche per fare il bene della Roma.

«Non c'è niente di peggio di un organo di informazione servile. E' sbagliato. E poi il lettore alla fine non è stupido, se ne accorge, lo capisce da solo che non può essere sempre tutto "rose e fiori". Un giornale che facesse così perderebbe automaticamente credibilità».

Conosce Bruno Conti?

«Ho avuto spesso a che fare con lui. E' una persona garbata e gentile. Squisita, direi. Capisco che quando si è al servizio di una società bisogna comportarsi di conseguenza, ma stavolta non lo approvo».