REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Una lettera. Durissima. L'ad del Milan, Adriano Galliani, ultimamente ha un ruolo sempre più attivo nel mondo del calcio: per questo ha scritto al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. Il motivo? Le misure restrittive creano gravi problemi ai club: il Milan, ad esempio, è leader per quanto riguarda gli spettatori (una media di 61.117 a partita) ma ci ha rimesso non poco, pare intorno ai 700-800.000 euro, soltanto con la partita col Napoli e anche in altre occasioni. La formula della tessera del tifoso infatti ancora non decolla, anche se il Milan è stato elogiato da Maroni perché è l'unico club, insieme con i
Antonio Matarrese si è già fatto portavoce della loro protesta ma Galliani ha fatto anche di più. Ha scritto, come detto, una lettera a Maroni, che pure è milanista e amico suo, e al prefetto della sua città.
I toni sono accorati ma anche molto chiari: l'ad del Milan chiede infatti che vengano riaperti subito gli stadi, ricordando che i club sono imprese, alcune fra l'altro quotate in Borsa, e che non possono avere danni così ingenti. A questo punto sarebbe necessario un incontro al vertice, anche per mettere le basi in vista della prossima stagione. Per evitare che sia peggiore di questa. Maroni è sensibilissimo al problema della violenza degli stadi e il capo della polizia, Antonio Manganelli, ne ha fatto una delle priorità del suo programma.
Sono stati ottenuti dei risultati dal dopo-Raciti: ma il cammino è ancora lungo e prima che i rapporti fra club e Viminale si inaspriscano è utile confrontarsi, rivedendo magari insieme una materia così complessa e delicata. Funziona, ad esempio, il sistema Osservatorio-Casms? Le Leghe calcistiche sono perplesse, e disertano molte riunioni.
Nessun problema intanto da parte dei tifosi azzurri ad Atene: erano una quindicina, dodici di loro erano stati identificati dalle Digos perché appartenenti al gruppo "Ultras Italia" di destra, che a Sofia, un mese fa inneggiò al fascismo e a Mussolini, cantando per le vie della capitale bulgara e allo stadio. Solo due striscioni invece in Grecia: "Giustizia per Gabriele" e "Stile di vita". Nessun problema, comportamento esemplare. La polizia italiana era stata mobilitata: prossimo appuntamento a Londra, il 10 febbrario.
Udine e Firenze, i questori danno il buon esempio
"Grazie Padulano", gli ultrà dell'Udinese hanno dedicato addirittura uno striscione al questore della loro città. Udine è un modello: ha abolito (almeno in parte) le barriere, ha una tifoseria che non crea mai problemi. Padulano è arrivato a questo rapporto, maturo e intelligente, con la tifoseria grazie a dialogo e pugno fermo. Per questo, per la prima volta, allo stadio gli è stato dedicato addirittura uno striscione. A Firenze e Palermo non sono arrivati a tanto, ma anche in queste due città è stato compiuto un percorso virtuoso fra chi gestisce la sicurezza e i tifosi. Percorso che è stato riconosciuto anche dal Casms, il comitato anlisi del Viminale. Francesco Tagliente, questore di Firenze, ha una grande esperienza (più di tutti) per quanto concerne la galassia ultrà: è stato fra i "padri" dell'Osservatorio e ora ha riportato su binari di correttezza una tifoseria che in passato aveva creato non pochi problemi.
Come ha fatto? Dialogo costante: ma massimo rigore nei confronti di chi non rispetta le leggi. E' arrivato al punto di dare un Daspo internazionale anche ad un tifoso del Bayern che aveva lanciato un fumogeno, cosa che, almeno in Italia, non è consentita. Giuseppe Caruso, questore a Palermo, adesso è stato trasferito a Roma: in Sicilia ha lasciato un'impronta, speriamo possa fare altrettanto nella Capitale.
Elezioni-1: una poltrona (europea) per Matarrese
Si muovono le acque nel mondo del pallone: e tutto ruota intorno al ruolo di Antonio Matarrese. Nell'ipotesi che Adriano Galliani possa riprendersi la Lega di Milano, magari per soli due anni e per concludere un miliardario contratto con le tv, ecco che i presidenti di serie A e B devono decidere quale incarico riservare a Matarrese. Lui andrebbe via volentieri da Milano: ma vuole le cariche internazionali (Uefa), suo antico pallino. Chi riuscirà a convincere Giancarlo Abete a lasciargliele? Non è facile, e il tempo ormai stringe. Intanto grande festa lunedì prossimo a Milano per i 40 anni dell'Aic, associazione italiana calciatori: Presenti Petrucci, Abete, Matarrese, Macalli, Tavecchio, Gussoni, Ulivieri.
Il sindacato è stato fondato il 3 luglio 1968: da allora, un uomo solo al comando. Sergio Campana, ex calciatore, avvocato, sindacalista che ha dato dignità ad una categoria e che l'ha portata a sedere nel governo del calcio. Battaglie tante e vittorie storiche. Che farà adesso Sergio? Lascia? O farà da traghettatore per ancora due anni? Campana è del 1 agosto 1934: ultimamente aveva dato segnali di voler abbandonare (vedi Spy Calcio del 10 novembre), tenendosi la meritatissima carica di presidente onorario. La soluzione più logica, più lineare, sarebbe quella di affidare il sindacato all'avvocato genovese Leo Grosso, più tecnico che politico rispetto a Campana, e sicuramente più "falco" di lui. In corsa potrebbe esserci anche Damiano Tommasi, che però sta giocando nel Qpr (Queens Park Rangers) e non ha intenzione di mollare.
Campana potrebbe ricandidarsi e restare in carica ancora due anni, lasciando poi il posto a Tommasi: soluzione non per niente facile, Tommasi non ha esperienza sindacale e poi che fare con Grosso e Albertini? Il sogno di Campana è di vedere un calciatore diventare presidente della Federcalcio: anni fa ci provò a caldeggiare l'ipotesi-Rivera, ma fu bocciato (dai poteri forti). Ora in Figc si sta facendo le ossa Demetrio Albertini, come vice di Giancarlo Abete: fra quattro anni sarà pronto a succedergli? Qualsiasi ipotesi è prematura: non so, al momento, quale appoggio potrebbe avere Albertini dalla Lega di Milano.
Elezioni-2: quando il programma va in Rete
Tempo di elezioni (n.2). Oltre al mondo del calcio, tocca anche alle altre Federazioni. Un buon esempio, da seguire, è quello di Andrea Paul Gross, candidato alla presidenza della Fise (Federazione italiana sport equestri): ha messo su Internet il suo programma dettagliato, punto per punto. La Fise ha addirittura quattro concorrenti alla poltrona che fu di Cesare Croce e che ha dovuto lasciare dopo un terremoto interno. Oltre a Paul Gross sono in lizza anche Foti, Gallo e Gugliemi. Si vota a Roma il 29 novembre. Sinceramente non so chi vincerà: ma sarebbe bello, a questo punto, che anche gli altri candidati facessero conoscere il loro programma. E che anche nelle altre Federazioni sportive ci fosse più dialogo e trasparenza. Non si deve aver paura delle idee. Tensioni intanto si segnalano nella Federazione scherma (domenica si vota, unico candidato Scalzo) e Federazione hockey su prato, con minacce di ricorsi al Tar. Il Coni vigila?