Il direttore sportivo del Novara, Pasquale Sensibile, è intervenuto ai micorofini della trasmissione radiofonica
Il suo nome è stato accostato alla Roma in questi giorni, verrebbe nella veste di capo degli osservatori?
"E' un discorso strutturato, il Novara sta ottenendo grandi risultati e il mio nome è molto spendibile, sono stato associato al Palermo, alla Roma e alla Sampdoria. A Roma sembra che stia arrivando, Walter Sabatini come direttore sportivo, lui è stato il mio direttore quando io giocavo nell'Arezzo, li abbiamo sviluppato un rapporto strettissimo. Se sono stato contattato dalla Roma? ipoteticamente potremmo dire di si, visto il probabile incarico di Sabatini, visto che ci sentiamo tutti i giorni, ma da li a dire che sia stato per un lavoro... Ma io verrei volentieri, sono situazioni da non perdere. Walter alla Roma credo si possa considerare in dirittura d'arrivo, però la firma non c'è ancora stata quindi non posso dire niente.
Lei verrebbe come ds oppure in un altro ruolo?
"Sono giovane, ho quasi 40 anni, e ho finito la carriera di giocatore a 31, quindi sono 10 anni che sono passato dall'altra parte della barricata lavorativa, credo che oggi il segreto del successo non stia nei nomi importanti che si vogliono appiccicare addosso ad una società, ma la stima, la serietà e la voglia di lavorare bene degli individui chiamati a svolgere il proprio lavoro"
Successivamente, l'attuale ds del Novara è intervenuto ai microfoni di "Unico Grande Amore". Queste le sue dichiarazioni:
"Ho ottimi rapporti sia con Sabatini, sia con Montali, col quale ho lavorato alla Juventus. Ho instaurato un bel rapporto anche con Baldini. Lo incontrai la prima volta tre anni fa, in un albergo di Milano. Poi lo rividi quando lui tenne una lezione manageriale, andai da lui ricordandogli che ci eravamo conosciuti. E da lì si sono intensificati rapporti telefonici. Chiaro poi che maggiore confidenza ce l'ho con Sabatini, che chiamo 'Direttore'. Telefonate e incontri con lui ci sono sempre, senza soluzione di continuità. Ma posso assicurare che fino a questo momento non mi è stata prospettata la possibilità di lavorare con la Roma.
Con il Novara era appena iniata la stagione, quella scorsa, quando il Napoli, che aveva appena rotto il rapporto con Pasquale Marino, mi contattò per un colloquio con De Laurentiis, ma ritenni che non fosse opportuno lasciare il lavoro da poco iniziato, perché quello del Novara è un progetto serio, ambizioso.
Nelle ultime partite, i nostri gioielli, come Gonzalez e Bertani, stanno ritrovando lo smalto per permettere al Novara di fare i play off. Gonzalez è di fatto un prestito al Novara, dopo l'accordo raggiunto in inverno con il Palermo. Il fatto che Bertani non sia esploso a grandi livelli e che ora non sia più giovanissimo, nonostante il talento, è per colpa di noi dirigenti e degli operatori di mercato, perché si tende a sottovalutare calciatori provenienti dalle categorie inferiori, e quando superano una certa età, ci si pone dubbi sulla capacità degli stessi di poter fare il salto di categoria. E' un peccato mortale che uno come Bertani sia alla soglia dei trenta anni e non abbia mai giocato in Serie A. Ma nel Novara ci sono tanti giocatori interessanti, come Ludi, Porcari. Ma tutta la squadra merita una lode.
La differenza per chi fa il mio mestiere la fanno le opportunità e i maestri. L'opportunità l'ho avuta quando finii di giocare con la Pro Sesto, iniziando la carriera da dirigente, quindi l'opportunità avuta a Verona con un maestro, Pastorello. Altra opportunità, Calciopoli: un dramma per la Juventus, ma, appunto, opportunità per il sottoscritto. Perché andai alla Juventus. Poi l'opportunità con il maestro Sabatini, un animale da campo, lontano migliaia di chilometri da casa, a Palermo, dove potevamo, lontani dagli affetti familiari, lavorare anche venti ore al giorno.
Mio padre ha giocato due anni a Roma, nella Roma di Oronzo Pugliese. La città la vivo quando ci vado per lavoro o per svago, ma conservo i ricordi di papà, che di fatto arrivò praticamente con la valigia di cartone dalla Puglia.
Il fatto che tanti giovani che si stanno affermando nel calcio italiano, anche fra i dirigenti, non significa che c'è in atto una rivoluzione, ma un fisiologico ricambio generazionale. Non basta un iPad per fare il nostro lavoro. E l'esperienza di dirigenti più grandi è fondamentale, magari per un mix che può portare migliorie al calcio nostrano.
Se mi chiamasse la Roma, chiederei mezza giornata di tempo, per parlare con l'Amministratore delegato, Di Salvo. Con una famiglia alla quale devo molto. Ma di sicuro sarebbe una chiamata che mi riempirebbe di orgoglio, e i tempi, rispetto a quando mi contattò il Napoli, sarebbero diversi. In questo caso anche le scelte potrebbero essere diverse".