"Marchetti? Io sono preoccupato perchè non posso utilizzarlo nel Cagliari quest'anno essendo stato lui poco fortunato nell'esprimere i concetti durante un'intervista. Nel calcio queste stupidaggini le paghi, ti possono rovinare molte volte anche i momenti migliori. Lo considero sempre un grande portiere, ho affetto nei suoi confronti". Massimo Cellino parla così della situazione che si è venuta a creare a Cagliari con il portiere Federico Marchetti, che dalla nazionale è scivolato ad essere terzo portiere dei sardi senza riuscire a trovare una nuova collocazione durante il calciomercato.
Cellino dice che non c'è bisogno di perdonare Marchetti. «Questo perdonarlo mi fa molto male, io non sono uno che perdona perchè mai l'ho condannato. Non è che lo perdono, noi giochiamo per i tifosi, se i tifosi non li onori e non li tratti come si aspettano io penso che noi andiamo la domenica allo stadio per farci applaudire, i giocatori hanno bisogno dei tifosi allo stadio che li invochino, che li incitino. Se tu per dei malintesi li hai messi anche contro, non sei riuscito a trasferirti in un'altra società, aspettiamo il momento giusto», aggiunge il presidente del Cagliari.
Se il portiere non gioca non dipende dal numero uno della società. «Io non decido queste cose, è un giocatore dei nostri, abbiamo anche degli altri giocatori, perciò le scelte le ha fatte lui, io non ho condannato nessuno, io pago lo stipendio e un danno economico per il Cagliari anche abbastanza elevato. Non voglio essere assolutamente accusato o frainteso come qualcuno che deve perdonare, io perdono tutti i giorni, ho poco da perdonare».
La situazione si è ormai incrinata e può cambiare solo in un'altra città. «La situazione, sicuramente, può cambiare ma non in questa città, non con i tifosi del Cagliari, perchè io li conosco, abbiamo pagato amaramente dei malintesi: io anni fa dovetti sollevare Arrigoni dalla panchina dopo un giorno di allenamento e ho dovuto pagarlo per due anni per un equivoco; per testardaggine sostenni un allenatore che fu contestato regolarmente per venti partite in casa, speravamo di giocare fuori casa per non essere contestati e venivano fuori casa a contestarci. Ci siamo resi conto che a dispetto dei santi non si fa niente nella vita, bisogna portare rispetto, noi facciamo spettacolo, rappresentiamo una terra, una regione e dobbiamo portargli rispetto, lo dobbiamo fare. Non esprimendo concetti giusti, che secondo me sono frutto di un malinteso, non è stato chiarito questo, non è un problema mio questo, io l'ho perdonato -aggiunge Cellino- perchè non mi sento offeso assolutamente, c'è qualcuno che si è sentito offeso, forse anche giustamente, sono problemi che si devono vedere loro, noi dobbiamo portare rispetto e considerazione ai nostri tifosi».