CORSPORT - Se andate sul sito della Fifa, alla sezione agenti di calciatori, troverete la cifra dei procuratori affiliati al massimo organismo internazionale: 482. Ci batte solo la Spagna, che ne annovera 550 e dove vive e lavora un uomo-mercato che è unistituzione: Ernesto Bronzetti. Siamo un paese di calciofili e nel settore degli agenti di calciatori la tendenza è confermata. Tanti e molti di questi attivissimi in uno scenario che ha perso la Gea. Oggi è sempre in pista un ristretto gruppo di procuratori della vecchia guardia: da Giovanni Branchini (lavora insieme a Carlo Pallavicino) a Dario Canovi e Claudio Pasqualin, da Sergio Berti a Bruno Carpeggiani, da Moreno Roggi a Oscar Damiani, da Silvano Martina a Vincenzo Morabito. Manager abituati da anni a lottare sul mercato, ancora oggi punti di riferimento per molte società.
E mentre gli ex Gea continuano separatamente lattività, cè un folto gruppo di procuratori che stanno aumentando le proprie quotazioni. Alcuni giovani, alcuni meno, comunque tutti agguerritissimi.
IUn esempio: lavvocato Giuseppe Bozzo ha costruito la carriera di Cassano, lo ha riportato (felicemente) in Italia e ora si è assicurato anche la procura di Quagliarella, dopo i vari Perrotta, Palladino, Motta. Oppure Claudio Vigorelli, capace di avere unintuizione felice: il rampante Santon. Cè poi una serie di manager che lavorano molto con lestero, come Vincenzo DIppolito, grande conoscitore del calcio uruguaiano, come Virgilio Di Legge, attivo in Francia e Brasile, come Pierpaolo Triulzi, che in Argentina ha fondato una società con Gustavo Mascardi. O come Franco Granello, socio di Steve Kutner, manager di Lampard (senza contare gli stranieri che lavorano in Italia, tipo Vlado Borozan, manager di Ivanovic del Chelsea). E infine ci sono gli ex calciatori che si stanno facendo largo, come Davide Torchia (il talento del Palermo Mchedlidze è roba sua, la rivelazione Ariaudo idem) o come Renzo Contratto o Lionello Manfredonia, che ha iniziato come dirigente e poi è diventato procuratore.




