"E' giunta l'ora di un trofeo vero"

31/12/2010 alle 11:31.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Sacrifichiamoci e divertiamoci. E portiamo a casa qualche trofeo vero. È arrivata l’ora». Forte e chiaro, il messaggio arriva direttamente dalla voce di Claudio Ranieri. Dopo Rosella Sensi, è stato l’allenatore giallorosso a parlare ai microfoni di Roma Channel

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - 
«Sacrifichiamoci e divertiamoci. E portiamo a casa qualche trofeo vero. È arrivata l’ora». Forte e chiaro, il messaggio arriva direttamente dalla voce di Claudio Ranieri. Dopo Rosella Sensi, è stato l’allenatore giallorosso a parlare ai microfoni di Roma Channel: l’occasione, come per il presidente, era quella di fare gli auguri ai tifosi per il 2011. Ma poi Ranieri è andato oltre, parlando dell’anno appena trascorso «mi è piaciuto viverlo, non saprei scegliere una partita in particolare» e di quello che verrà: «Incassiamo meno gol e facciamone qualcuno in più, vedrete che arriveremo lontano. Abbiamo tutte le possibilità per sognare».

Cosa augura al tifoso della Roma e quindi a se stesso?

"È facile, quello che ho detto ultimamente. Di migliorare. Già abbiamo fatto un ottimo campionato nel 2010. Siamo stati la squadra più vincente nell’arco dell’anno solare, vorrei che fossimo la squadra che nell’arco di un campionato ha fatto più punti di tutti. Noi ci proviamo, i nostri tifosi lo sanno, senza promettere grandi cose. Promettiamo sacrificio e umiltà, sperando di portare a casa qualche trofeo vero."

Qual è stata la partita più emozionante del 2010?

"Non ce n’è una in particolare. È logico che i derby vinti hanno qualcosa in più, ma io sono legato a tutte le partite, anche a quelle andate male, ma che ci hanno permesso di migliorare. Nell’anno che si sta per chiudere siete la squadra che ha fatto più punti. Queste cose hanno valore, ma io non vado dietro alle statistiche. Sono cose che fanno piacere, ma io vorrei portare a casa qualcosa per la Roma, ci terrei in modo particolare. A volte bisogna giustificare momenti difficili che nel calcio ci stanno. Le difficoltà del calcio italiano non sono nelle partite in sé per sé, sono nella gestione della settimana. La vera partita sono i sei giorni precedenti."


Cosa è successo tra la fine del campionato scorso e l’inizio di questo?

"Eravamo ancora con la testa alla stagione passata e questo doveva cambiare. Poi ci sono stati infortuni nei momenti topici che ci hanno condizionato. Ma non è stato tutto da buttare: penso a Greco, nessuno lo conosceva ed è uscito fuori un gran bel giocatore, che sarà utile anche in futuro alla Roma."

C’è stato anche l’inserimento di alcuni giocatori nuovi.

"Bisognava ritrovare geometrie, meccanismi... Abbiamo visto che Menez è diventato titolare, l’anno scorso lo era e non lo era. Penso poi a : il è abituato a fare almeno 15 gol a stagione, adesso ne ha fatti ancora pochi e io me ne aspetto tantissimi. Penso che facendo più gol e incassandone meno potremmo fare un grandissimo campionato."

Ha parlato di Menez e Greco:sono le sue soddisfazioni?

"No, le mie sono quelle di cui parlavamo prima: sapere che nell’anno solare abbiamo fatto più punti di tutti. Ma questi sono numeri, noi tifosi della Roma vogliamo di più. Nel momento brutto la condizione fisica non c’entrava nulla. No, come tutti hanno visto. C’erano altri problemi che, una volta superati, ci hanno rimesso in gioco. Molte volte l’aspetto psicologico è la cosa più importante."

I giocatori hanno fatto i compiti durante le vacanze?

"Sì sì, stavano tutti in buone condizioni, alcuni addirittura sotto peso per cui devo fargli i complimenti."

Pizarro?

"Ha avuto diversi problemi fisici, è in Cile a curarsi. Si sente con il Presidente, con Conti e lo staff medico, per cui aspetto notizie. È stato ed è un giocatore importante. Per qualcuno non può giocare con . Quante seghe mentali si fanno a Roma (ride, ndr)."

Milan-Roma è stata fondamentale.

"Vediamola in caso negativo: avessimo perso, avremmo detto addio a sogni di ben altra portata. Adesso però è importante ripartire bene."

Con Adriano.

"Lo aspetto. E’ ancora al 30-40%. Può ancora dare tanto. Ci sono giocatori che digeriscono prima il fatto di stare fuori. Avete visto Vucinic? Dalla panchina ci ha fatto vincere con l’Inter, invece è stato decisivo con il Bayern. Il mio concetto di rosa ampia si ferma a 22, qui ce ne sono 29. La società sta cercando di mandare a giocare quei giocatori che stanno fuori."

A proposito di Vucinic...

"L’anno scorso era partito in tono ridotto poi è esploso alla grande."

Questa squadra può cambiare tanti moduli. Lei continuerà ad adattare i giocatori?

"Se tu giochi con alcuni giocatori devi giocare con un certo modulo, poi c’è lo stato di forma, l’avversario..."

L’augurio?

"Ci siamo divertiti nel 2010, ora parliamo di meno e facciamo i fatti."