LAROMA24.IT (Matteo Monti) - Pronti, via. Neanche il tempo di iniziare il campionato che si torna a respirare aria di tensione tra le tribune degli stadi avversari dei giallorossi. Carlo Tavecchio e il Consiglio Federale hanno modificato la tanto temuta norma della discriminazione territoriale per favorire "interventi più ponderati", vista la non equità nell'applicazione durante la passata stagione e vista l'impossibilità di stabilire criteri standardizzati per definirla. Non rientra nella discriminazione territoriale, però, lo striscione dedicato ieri dai tifosi dell'Aek Atene a quelli giallorossi, rei - secondo i greci - dell'omicidio di Ciro Esposito, e meritevoli dunque di un appellativo ben chiaro: "Assassini".
AEK-LIVORNO - Dodici anni di gemellaggio tra il Livorno e gli "Original 21" dell'Aek Atene hanno permesso ai greci di usare al meglio la vetrina amichevole contro la Roma per ribadire l'amicizia con i toscani e per stuzzicare i giallorossi, notoriamente simpatizzanti con l'altro club di Atene, il Panathinaikos, e i suoi ultras del Gate13: "C'è solo Aek-Livorno. Unica e vera fratellanza", lo striscione che campeggiava al centro della curva degli ellenici durante tutto l'arco della partita (27.612 tagliandi venduti per il test-match contro i capitolini). Non l'unico, purtroppo.
"ASSASSINI" - Infatti, sul finire del match - vinto dai giallorossi 1-2 grazie alle reti di Iturbe e Keita - i tifosi greci hanno prima esposto uno striscione contro i supporters romanisti e poi invaso pacificamente il campo, provocando la fine anticipata del match. Non pacifico il messaggio che si è distintamente letto al minuto 86': "Assasssini di m***a. Vaf******o Roma", decorato da due simboli di divieto, uno che barra una pistola, l'altro un coltello. Già, perché, anche agli occhi dei tifosi dell'Aek Atene, l'arma utilizzata poche ore prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli - quella che ha ucciso Ciro Esposito - ha significato un superamento dei limiti, un comportamento che legittima l'offesa all'avversario anche durante una normale amichevole di pre-campionato. Resta, comunque, la preoccupazione per l'accesa rivalità - diffusa anche oltre i confini dell'Italia - che accompagnerà i giallorossi per tutta la stagione, e in tutti gli stadi in cui si recherà a giocare la squadra di Garcia.