IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il derby può aspettare, figuriamoci il contratto. Atalanta e basta, Luis Enrique non vuole pensare ad altro: oggi pomeriggio a Bergamo cè lennesimo esame della verità per una Roma ancora sospesa tra il rischio di anonimato e le speranze di entrare in Champions. Alla vigilia il tecnico asturiano deve però smarcarsi dalle chiacchiere sul suo futuro, un argomento che ora è seguito con interessa pure a Barcellona dove presto non ci sarà più Guardiola. «Parlare di futuro nel calcio - precisa Luis Enrique - è unutopia.
Se ne riparlerà in estate e durante la prossima stagione, quella in cui Luis Enrique vuole capire con chiarezza dove lo può portare il cammino in sella alla squadra giallorossa. «Parlare - aggiunge - della Roma come punto di arrivo o di partenza per la mia carriera non mi interessa. Io vivo il presente e lavoro ogni giorno per migliorare. Non so se dopo questa esperienza lascerò il calcio o andrò ad allenare altrove». Il Barcellona, in ogni caso, lo aspetta. La Champions, invece, continua ad attendere la Roma. Con lAtalanta inizia un mini-ciclo di tre partite che dirà molto: dopo i nerazzurri lo scontro diretto con la Lazio e la trasferta a Palermo.
Luis Enrique si limita a mettere in guardia i suoi sul primo impegno. «LAtalanta - ricorda - senza penalizzazione avrebbe solo 4 punti in meno di noi. È una squadra pericolosa, credo che avremo il controllo del pallone, mentre loro si chiuderanno per poi ripartire in contropiede. Se non giocheremo al massimo della concentrazione sarà difficile vincere: in palio ci sono tre punti chiave, poi magari - scherza - finisce la stagione e il derby non si gioca». Loccasione di oggi è davvero ghiotta per i giallorossi, con lo scontro diretto del San Paolo tra Napoli e Inter, la Lazio in pieno caos e lUdinese in trasferta. Il tecnico spagnolo continua a tenere tutte dentro nella lotta per la Champions. «Ci sono 5 o 6 che possono arrivare al terzo posto. I problemi della Lazio? A me interessa la Roma, non parlo degli altri. Noi fino alla 38ª giornata non sapremo se abbiamo fatto una stagione buona o cattiva».
Sulle scelte di formazione, come sempre, non dà indicazioni anche se precisa che la diffida di Gago e Juan per lui «non pesa assolutamente». Kjaer potrebbe avere comunque una chance. «È un calciatore - lo difende lallenatore - di livello altissimo: ha 22 anni, ha fatto un mondiale, due stagioni a Palermo, una in Germania. Ha un fisico e una mentalità ottime e ho tantissima fiducia in lui: davanti ha un gran futuro». Chissà se ancora qui. Lultimo acquisto Marquinho è in rampa di lancio e conta poco la frenata di Luis Enrique se ricordiamo le sue parole alla vigilia del Parma. Allora non era pronto e invece esordì, ora secondo il tecnico «sta meglio, è quasi pronto ma non so se può fare i 90 minuti». Il finale è un inedito: chiedono allo spagnolo un pronostico su Milan-Juventus di ieri sera e lui si augura «che perdano tutte e due». Come a dire: le nostre vere avversarie sono loro. Dallanno prossimo, magari.