Sotto esame

05/09/2011 alle 10:02.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - E adesso chi gioca? Il brusio è già iniziato e Luis Enrique dovrà conviverci per una settimana. Quella che inizia oggi e porta all’esordio in campionato della Roma. Prima della partita con il Cagliari, però, succederanno parecchie cose a Trigoria. Arriveranno tre giocatori nuovi in un colpo solo - i nazionali Kjaer, Pjanic e Borini, mentre Gago è già al lavoro e oggi verrà presentato - e, soprattutto, tornerà Francesco Totti dopo la conferenza-terremoto di Sabatini. Oggi il ds vuole confrontarsi con il capitano, parlargli a cuore aperto e cercare di spazzare via le sue perplessità. Che da venerdì sono aumentate. Poi, comunque vada, l’attenzione si sposterà sul campo. Luis Enrique ha una voglia pazzesca di dimostrare il suo valore dopo la brutta figura in Europa.

È proprio vero: il rapporto con l’allenatore è il minore dei problemi per il capitano. Certo, non ha gradito la sua gestione nella doppia sfida con lo Slovan ma ha capito come ragiona «Lucho» e quella sostituzione è già acqua passata. Non si fermano alla gestione di i grattacapi dell’asturiano. Fino a mercoledì non avrà la squadra al completo (solo , diffidato in nazionale, potrebbe essere liberato un giorno prima dalla Bosnia) e per l’inserimento dei nuovi ci sarà bisogno di tempo. Quello che la Roma non ha: servono subito i risultati per non dare continuità al clamoroso flop europeo. Il tecnico, in realtà, resta più concentrato sul gioco. La strada per trasformare la squadra in un qualcosa che assomigli al è «lunga e tortuosa», per usare le sue parole, e inevitabilmente ci saranno delle cadute e degli intoppi. Luis Enrique è chiamato a gestire una rosa fin troppo «large» per i soli due impegni nostrani, campionato e coppa Italia, e dovrà fare i conti con un bel po’ di musi lunghi. Borriello e Pizarro, a naso, saranno le due situazioni più complicate. Gli infortuni sono un capitolo a parte. La Roma inizierà senza Cicinho, Pizarro e Lamela, ai quali probabilmente si aggiungeranno Greco e Juan, entrambi reduci da infortuni. La crisi di rigetto agli allenamenti duri ha costretto il tecnico a diminuire le sedute. Anche per ripristinare la cultura del lavoro c’è bisogno di tempo. E pazienza. Quella che dovrà avere lo stesso Luis Enrique, con i giocatori e i giornalisti. La società gli ha chiesto di «ammorbidirsi» un po’, interviste comprese, lasciandogli comunque la massima libertà di manovra. Ora è tutto nelle sue mani.