IL ROMANISTA (P. MARCACCI) - Nasce da un fallo tattico e diventa un giro di goniometro: è il break di Simplicio su un disimpegno piuttosto rifinito del Cluj; è anche la traduzione di quella lucidità che chi è superiore dovrebbe sempre avere, fino alla fine;
Ecco allora che nel cuore del primo tempo, dopo un rigore più grande del castello diVlad negato a Menez, nesce questo Fotogramma che Simplicio si strattona caricando lavversario con il peso di tutto il corpo e che un attimo dopo alliscia e accarezza come un gattino: palla riconquistata, Cluj a testa allingiù come uno dei pipistrelli di casa sotto i riflettori del "Costantin Radulescu" e palla che parte, sicura e senza ostacoli, come la biglia di ferro di James Caan in "Rollerbaal", per chi si ricorda quel non memorabile film. Neppure questa serata sarà stata memorabile, però in quel tracciante che sdogana definitivamente il centrocampista brasiliano dallo status di oggetto misterioso ci sono tutti i perché (assieme ai rammarichi preesistenti che verranno rinfocolati dalla capocciata di Traorè) la Roma dovrebbe essere la dove non è, solo per colpa sua. Che poi, in una successione di giri esatti e di gratifiche alla palla, Borriello amplifichi il gesto tecnico capitalizzandolo tra lo stupore ammirato dei locali, è solo un rafforzamento del concetto. La Roma dei Simplicio e di tutti quelli che trovano giocate del genere sa piacere come poche altre; il problema è che forse piace troppo anche a se stessa.



