SuperMirko

26/09/2010 alle 13:45.

L ROMANISTA (C. FOTIA) - Il guaio è che adesso mi toccherà cucinare la pasta incasciata (mi perdonerà il maestro Colonna se invado il suo campo) per il resto del campionato. Sì, perché è quello che ho fatto oggi, per vincere la tensione mi sono messo davanti ai fornelli: ho preparato la salsa di pomodoro, ho fritto le melanzane, ho imbottito le penne con prosciutto, mozzarella e, appunto, le melanzane, una spolverata di pecorino e ho messo in forno. Poi, le ho portate in redazione e l’abbiamo divorata così come la Roma ha divorato l’Inter.

Sì, perché è quello che ho fatto oggi, per vincere la tensione mi sono messo davanti ai fornelli: ho preparato la salsa di pomodoro, ho fritto le melanzane, ho imbottito le penne con prosciutto, mozzarella e, appunto, le melanzane, una spolverata di pecorino e ho messo in forno. Poi, le ho portate in redazione e l’abbiamo divorata così come la Roma ha divorato l’Inter. Ranieri ha osato ancora una volta e a tutti noi la mossa di fare uscire , la luce bianca nel campo, per fare entrare Vucinic, era apparsa pura follia. Il genio di Mirko ci ha fatto ricredere e ancora ci stropicciamo gli occhi per quel goal meraviglioso, che ci ha fatto esultare come da tempo non avveniva. Era fondamentale vincere e abbiamo vinto. La vittoria aiuterà anche l’immortale capitano a smaltire la rabbia per la sostituzione. Una rabbia che ci sta, perché Francesco vive ogni partita con il cuore e vorrebbe stare sempre lì, a lottare fino alla fine, come un leone. Questa vittoria è anche sua, soprattutto sua, per quella rabbia e per quel sorriso al goal di Mirko. Avrà imprecato contro il Mister, poi, ne siamo certi, l’abbraccerà. Noi abbracciamo lui, alla vigilia del suo 34esismo compleanno (cui dedicheremo domani tutto il giornale) perché, finchè è stato in campo, ha guidato la Roma a mettere paura all’Inter. Perché questo è quello che è successo: in una partita giocata su equilibri tattici accorti, con le difese molto chiuse, alla fine è stata la Roma a impaurire l’Inter: il primo a cambiare è stato Benitez e ha tolto una punta, Milito, per un centrocampista fisico come Muntari. L’Inter ha sofferto le straordinarie accelerazioni di Jeremy Menez, la classe immensa di Francesco, le geometrie perfette del Pek, l’implacabilità di Burdisso, la potenza del roscio col caschetto, il dinamismo di Daniele, la forza di Borriello. Poi, Ranieri ha avuto la folle intuizione. Il capitano aveva giocato benissimo, ma Claudio Martello ha deciso che aveva bisogno della voglia di riscatto, della fame di rivincita, della sregolatezza del genio di Mirko. Un attimo, uno di quegli attimi che valgono una vita intera. Uno di quei momenti che ti torneranno in mente, Mirko, quando chiuderai gli occhi per guardarti dentro, quando, tra cent’anni, non giocherai più. La palla che arriva tesa, il guizzo in tuffo, la palla che gonfia la rete. L’urlo che ci sfonda le corde vocali. Grazie, Carmine Russo. Grazie, perché il tuo accanimento ci ha fatto ricordare che siamo la Roma. Ho detto la Roma, sangue che pulsa nelle vene, cuore che batte a mille, volontà indomita, coraggio e follia. Per una volta, posso dire che l’avevamo scritto: «La lupa è ferita, attenta Inter».