Dal petrolio allo scudetto

07/07/2010 alle 11:41.

LEGGO (R.BUFFONI) - Uno scudetto. Basterebbe questo per chiudere il discorso sui Sensi e consegnarli alla storia dell’Associazione Sportiva Roma. Il tricolore del 2001, strappato alla Lazio, vale un posto d’onore accanto a Dino Viola, il presidente ingegnere che spazzò via la Rometta della colletta al Sistina col titolo del 1983 e con la finale di Coppa Campioni 1984 persa ai rigori contro il Liverpool.

Franco Sensi, figlio di Silvio che fu tra i fondatori della società, corse a Trigoria il 21 maggio 1993 per raccogliere i cocci lasciati da Giuseppe Ciarrapico. Assieme a lui Pietro Mezzaroma, una convivenza che durò un amen: il 9 novembre l’uomo di Villa Pacelli restò solo al comando. Da allora e fino al 18 agosto 2008, giorno della morte, Franco Sensi ha avuto in testa solo un’idea: vincere con la Roma. Tanta passione lo portò a sacrificare le attività petrolifere e a sgomitare e litigare con gli inquilini del Palazzo. Battaglie in seno alla Lega contro un sistema antenato di Calciopoli: per la Roma, anche coi soldi in mano, era impossibile acquistare campioni. Nemico numero uno: Luciano Moggi, assunto a Trigoria e subito licenziato. Fece rumore il «vaffa...» ad Adriano Galliani. Nella guerra tanti errori, il più clamoroso i Rolex regalati agli arbitri.

In campo la Roma viaggia tra il vernacolo di Mazzone (che lancia un certo ), al bidone Carlos Bianchi, all’idealismo rivoluzionario di Zeman. Il quattrotretré del boemo è affascinante, come la sua battaglia contro l’abuso di farmaci. Nel 2000 la svolta: il dirimpettaio Cragnotti riporta lo scudetto a Roma, sponda Lazio. Il 23 maggio l’As Roma sbarca in Borsa, imitando i cugini. C’è un vuoto di potere in Lega (commissariata) e la Roma ne approfitta: 70 miliardi alla ed ecco Batistuta, il bomber che Capello chiede per arrivare allo scudetto. Si sognano Buffon e Cannavaro per dare l’assalto alla , invece arrivano il talento-sregolato di Cassano e... Cufrè. Lo scudetto, nonostante i giochi di Borsa, costa tantissimo. Ad agosto i calciatori denunciano con un comunicato il mancato pagamento dei premi. Il giocattolo comincia a rompersi. A giugno 2004 Capello fugge verso la , segno evidente che la festa è finita. Il declino di Franco Sensi è anche fisico, tanto che la figlia Rosella è costretta a subentrargli. A maggio del 2008, a pochi mesi dalla morte del padre, la presidentessa sfiora lo scudetto con Spalletti, che porta e compagni nell’élite della .

La Roma, però, annaspa: deve autofinanziarsi perché la controllante Italpetroli è sommersa dai debiti. Il club non sale sul treno del magnate Soros. Un altro scudetto sfugge di un soffio e, ieri, la storia finisce per dare spazio a un nuovo inizio.